Famiglie, partono gli aiuti anti-crisi

Domande dal 1° luglio, 26.500 nuclei interessati. Previsti tre tipi di sostegno, da 150 a 1000 euro in base all’Icef


di Chiara Bert


TRENTO. Scattano gli aiuti anti-crisi, 15 milioni di euro stanziati dalla Provincia per far fronte alla pressione fiscale che pesa sulle famiglie e sostenere i consumi. Ieri la giunta ha dato il via libera alla proposta dell’assessore alle politiche sociali Ugo Rossi che dà attuazione alla legge approvata lo scorso 16 maggio con iter urgente dal consiglio provinciale. Le domande potranno essere presentate nell’arco di 6 mesi, dal 1° luglio fino al 31 dicembre: il contributo una tantum andrà da un minimo di 150 euro ad un massimo di 1000 euro. Secondo le stime della Provincia, sono 26.500 le famiglie potenzialmente interessate dal provvedimento, la fascia bassa del ceto medio che non ha diritto a certe agevolazioni ma oggi soffre la crisi.

Soglia Icef a 0,24. Gli aiuti sono stati articolati in tre quote e saranno erogati sulla base dell’Icef fino a una soglia massima di 0,24 (che corrisponde a un reddito netto disponibile di 12.000 euro per famiglia con un componente e a un reddito netto di 29.520 per una famiglia di tre componenti).

Lotta all’inflazione. La prima quota di aiuto è legata all’aumento dei prezzi e terrà conto dell’indicatore Icef e della composizione del nucleo familiare. Il contributo andrà da un minimo di 150 euro (per un nucleo di un solo componente con Ivef tra 0,20 e 0,24) a un massimo di 738 euro (per una famiglia di 4 persone con Icef sotto lo 0,17).

Sostegno al pagamento Imu. La seconda quota è stata pensata come sostegno al pagamento dell’Imu che in questa fase di crisi economica pesa su molte famiglie. Spetta - in aggiunta alla prima di cui abbiamo appena detto - alle famiglie in possesso di un immobile destinato a prima casa. La quota, che andrà fino ad un massimo di 350 euro, si ottiene applicando alla rendita catastale dell’abitazione un moltiplicatore pari a 0,538 e nettizzando l’importo ottenuto delle detrazioni che spettano al nucleo familiare in base al decreto legge 201/2011. «Consentirà - ha spiegato ieri l’assessore Rossi - di rimborsare circa l’80% dell’Imu calcolando l’aliquota standard del 4 per mille applicata inTrentino». Non ha diritto a questa quota chi non ha casa di proprietà e quindi non paga l’Imu, per esempio chi è in affitto.

Nascita di figli. C’è infine una terza quota che è quella che spetta, in aggiunta alle prime due, in caso di nascita di un figlio. In particolare è previsto un assegno fisso di 200 euro in caso di nascita di un figlio e di 300 euro per la nascita di più di un figlio (sempre nell’anno precedente alla domanda).

Ecco chi può fare richiesta di contributo e dove e come presentare la domanda.

Il requisito per l’accesso agli aiuti è la residenza in provincia di Trento da almeno 3 anni. Sono esclusi i nuclei familiari in possesso dei requisiti per l’accesso al reddito di garanzia (Icef dello 0,13 per chi ha un reddito sotto i 6.500 euro annui).

La richiesta va fatta dal 1° luglio al 31 dicembre con domanda unica all’Apapi, l’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, agli sportelli periferici della Provincia o ai soggetti accreditati per l’Icef. I tempi per l’erogazione del contributo sono previsti in 3 giorni dalla presentazione della domanda. L’importo massimo totale per una famiglia non potrà in ogni caso superare i 1000 euro.

«Avevamo detto che nessuno sarebbe stato lasciato solo in questo momento di difficoltà economica - sottolinea l'assessore Rossi - e quindi accanto alle altre disposizioni strutturali messe in campo in questi anni, a partire dal reddito di garanzia, aggiungiamo questa misura una tantum con la quale crediamo di dare un segnale importante per il sostegno delle nostre famiglie e delle nostre comunità». Accanto ai 15 milioni per le famiglie la Provincia ne ha stanziati altrettanti a favore delle imprese sottoforma di sgravi Irap.

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