E’ un Festival poco rosa: 9 donne su 59 relatori

L’assessore Cogo: «Deludente. Le esperte ci sono, ma bisogna impegnarsi a cercarle»



TRENTO. Nove donne su 59 relatori nella seconda edizione del Festival. Il 15%. «Un po’ più dell’anno scorso, ma è ancora poco», ammette l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo. «Questa è una scelta politica, le donne esperte di economia ci sono, bisogna cercarle». Ieri, un po’ oscurate da ministri e giornalisti di grido, erano in quattro al Festival: una storica (Anna Bravo), una sociologa (Paola Monzini), un’economista (Raquel Fernandez), una suora (Carolina Iavazzo). E tra oggi e domani arrivano le due donne di punta: Fiorella Kostoris e Chiara Saraceno.

Paola Monzini ha parlato delle nuove schiave, le prostitute. Raquel Fernandez dell’inserimento delle donne immigrate di seconda generazione negli Stati Uniti. Anna Bravo di come cambiano le relazioni tra le persone nelle diverse fasi storiche. Suor Carolina Iavazzo dei ragazzi schiavi della mafia nella Locride. «Mentre gli uomini sono più portati a cimentarsi con l’economia teorica e la finanza, le donne che fanno ricerca economica si occupano più spesso di istruzione, salute, lavoro, sviluppo», ha ricordato l’altro giorno al Festival l’economista spagnolo Juan José Dolado.

Campi d’interesse diversi che testimoniano un differente approccio alla ricerca e al mondo. «Se ad un Festival la stragrande maggioranza dei relatori sono uomini è chiaro che ad emergere è una visione maschile», osserva senza polemica Paola Monzini. «Credo che quella delle donne sarà una lenta conquista per arrivare ad un riequilibrio».

Più sferzante la vicepresidente della Provincia Margherita Cogo: «Tra i professori ordinari delle Università di donne ce ne sono tante, il punto è che non si vanno a cercare. Un piccolo sforzo rispetto all’anno scorso c’è stato, ma è ancora poca cosa. L’ho detto al mio collega (l’assessore Gianluca Salvatori, ndr) ma quando sollevo la questione mi danno della ridicola. Su 225 eventi di questa edizione il risultato mi sembra un po’ deludente».

Ma perché le donne non mancano mai nei salotti politici e nei talk show televisivi, mentre faticano a trovare spazio in un Festival dell’economia? «Gli uomini sanno farsi largo di più - risponde la Cogo - per questo alla base dev’esserci la volontà, l’impegno di trovarle. Uno sforzo maggiore in questo senso andava fatto». «Perché se queste iniziative devono servire a promuovere politiche diverse, allora la società va coinvolta in tutte le sue espressioni. Sennò, ahimè, restano solo un palcoscenico per i soliti noti».

Intanto oggi al Festival arriva un nome femminile di spicco: Fiorella Kostoris, ex moglie del ministro Tommaso Padoa Schioppa, docente alla Sapienza e editorialista del «Sole 24 Ore», affronterà il tema della discriminazione delle donne italiane sul mercato del lavoro. E domani altre tre protagoniste: Chiara Saraceno parlerà di «Famiglia e invecchiamento», Esther Duflo (economista del Mit di Boston) del capitale umano nei paesi in via di sviluppo; Eliana La Ferrara (Bocconi) delle implicazioni economiche prodotte dalle diversità etniche.













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