Due trentini rilanciano il «Terme»

Paolo Piffer e Lorenzo Zampedri hanno pronto il progetto per l'albergo


Roberto Gerola


SANT'ORSOLA TERME. Due imprenditori trentini si sono aggiudicati il complesso delle Terme di Sant'Orsola all'asta giudiziaria effettuata alla fine di giugno a Monza. Sono Lorenzo Zampedri di Pergine (dell'omonima impresa di scavi e movimento terra con sede a Viarago) e Paolo Piffer (della Duplo costruzioni edili srl con sede a Trento). I due imprenditori hanno costituito la "S. Orsola Terme snc" nei cui confronti, il tribunale ha emesso in questi giorni il decreto di aggiudicazione dell'immobile per 1.120.000 euro. Nella proprietà i due trentini sono subentrati alla "Roma investimenti", ultima di una serie di proprietari delle Terme, tutti falliti. Ora, l'immobile, completamente libero da affitti e altri gravami, rappresenta un'occasione unica per dare sviluppo a Sant'Orsola, alla valle dei Mocheni e anche a Pergine.

Si tratta insomma di una nuova pagina tutta da scrivere e a più mani. Dopo 15 anni di traversie, gli imprenditori locali hanno in mano una carta importante per l'economia trentina, tanto più che da pochi mesi, il Comune di Sant'Orsola ha riottenuto la terapeuticità dell'acqua della sorgente "Pegara".

Il sindaco di Sant'Orsola, Damiano Fontanari, l'ha sempre detto in passato e, da noi interpellato, ribadito ieri: «Si tratta di una carta vincente che va giocata d'intesa tra pubblico e privato». Per questo la società nuova proprietaria dell'immobile ha ricercato colloqui e accordi sia con il Comune, sia con la Provincia nell'interesse di tutti».

Proprio per l'importanza vitale che il complesso termale rappresentava da oltre un secolo, il Comune, d'intesa con la Provincia aveva cercato di aggiudicarsi ancora in passato, l'edificio. Purtroppo, era stata proprio la "Roma investimenti" a soffiare sul filo di lana l'immobile. Tra la proprietà e il Comune non c'era mai stata intesa anche in presenza di un nuovo gestore del complesso che aveva tentato, invano, di riportare l'albergo agli antichi splendori.

La nuova proprietà ha redatto un progetto di recupero dell'edificio e di sviluppo dell'attività alberghiera termale-centro di benessere, inviandolo appunto alla Provincia. Per questo la partita si sta giocando tra privato e pubblico alla luce anche dei patti territoriali della valle dei Mocheni, un'atra componente importante sulla strada dello sviluppo della zona. Certamente, il ritorno della terapeuticità dell'acqua ha favorito la discesa in campo dei due imprenditori trentini. Sarà poi occasione per un discorso più ampio, appunto a livello di valle, con il coinvolgimento sia delle amministrazioni comunali, sia degli operatori economici. Ci sono voluti 15 anni perché il complesso alberghiero, con alle spalle fasti e difficoltà, potesse ritrovare un punto di partenza.













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