Doping, maxi sequestro di farmaci pericolosi

Operazione dei carabinieri del Nas: denunciate sette persone per associazione a delinquere



TRENTO. Arrivavano da India, Serbia, Bosnia Erzegovina, Olanda e Spagna i farmaci dopanti sequestrati dai carabinieri del Nas di Trento. Si tratta di oltre 200 prodotti tra compresse, fiale e flaconi, per un giro d’affari stimato intorno ai 10.000 euro, scoperto in due mesi. Le indagini, come ha spiegato il comandante del Nas di Trento, maggiore Costantino Meloni, sono partite da una precedente sempre del Nas, denominata ’Minotaurò, che aveva portato nel maggio del 2012 all’arresto di 14 persone, di cui cinque hanno patteggiato condanne a un anno e mezzo di carcere e multe fino a 4.400 euro. In quell’occasione erano state migliaia le confezioni di anabolizzanti sequestrate.

Tra i sette indagati, di cui non vengono fornite le generalità perchè ci sono ulteriori indagini in corso, uno dei quattro italiani, tutti intorno ai 30 anni, è considerato il ’gestorè del traffico. Si tratta di una persona vicina al mondo del body building e del kick boxing, mentre gli altri sei sono persone che praticano anche questi sport, tutti residenti nel basso Trentino. Uno degli stranieri è un personal trainer. Si procuravano i prodotti, del tutto privi dei previsti controlli e autorizzazioni mediche, via Internet, con spedizioni e talvolta con trasporto con corrieri. Le perquisizioni hanno riguardato le loro abitazioni più quelle di 15 assuntori, tra i 20 e i 32 anni.

Tra le sostanze sequestrate ci sono alcune a base di principi attivi anabolizzanti, quali gonadotropina, ormone Gh, stanozolo, nandrolone e testosterone, «estremamente pericolose per la salute, con effetti collaterali ad esempio sulla circolazione» ha sottolineato il comandante del Nas. Sequestro anche per materiale informatico e telefoni cellulari. Fruitori risultano sportivi amatoriali, che acquistavano la merce in strada o in casa, col passaparola, e non risultano al momento coinvolte palestre. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trento con il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto procuratore Davide Ognibene, vede gli indagati accusati anche di vendita senza autorizzazione commerciale dei farmaci in questione e di somministrazione di farmaci guasti o imperfetti.













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