rovereto

Derubato, chiede i danni: condannato un commerciante

Per rimettere la querela contro due ragazze voleva tra i 600 e gli 800 euro: denunciato dai genitori. Per il giudice c’è stato “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”: quattro mesi di carcere


di Giuliano Lott


ROVERETO. A guardare la condanna di 2 anni e 4 mesi richiesta dal sostituto procuratore Fabrizio de Angelis, che lo aveva incriminato per estorsione, è andata piuttosto bene al commerciante roveretano, condannato ieri dal gup Riccardo Dies a quattro mesi di reclusione con pena sospesa. Ma lui, il titolare del negozio, non si dà pace e il suo legale sta già lavorando al ricorso in appello.

La vicenda risale a poco più di un anno fa, all’ottobre del 2015, quando il commerciante aveva scoperto una ragazza rubare nel suo negozio vari indumenti per un totale di 47.50 euro. La ragazza era stata immortalata dalle telecamere mentre infilava la merce nella borsetta e il negoziante l’aveva riconosciuta dalle riprese perché l’aveva riconosciuta: era la stessa che qualche tempo prima gli aveva consegnato un curriculum per lavorare nel negozio.

Così il commerciante l’aveva chiamata spiegandole la situazione e annunciando che, essendo sabato, il lunedì successivo sarebbe andato a sporgere denuncia in commissariato. Nel frattempo, i poliziotti avevano già eseguito un sopralluogo in negozio sentendo anche le commesse come testimoni. Poco dopo però chiama la madre della ragazza, dicendosi disposta a rifondere i danni per chiudere la vicenda senza una denuncia. Il commerciante detta le sue condizioni: oltre al valore della merce rubata c’è il tempo perso da lui e dalle sue commesse, i soldi spesi per mantenere l’impianto di antitaccheggio e quello della videosorveglianza. Totale: 600 euro.

La madre della ragazza però querela il negoziante e la Procura lo indaga per estorsione. Lui casca dalle nuvole e ai poliziotti spiega di aver fatto la stessa cosa poche settimane prima con una minorenne, la cui madre ha saldato la cifra evitando la denuncia per furto alla figlia minore. I poliziotti rintracciano la famiglia, che si accoda alla denuncia per estorsione.

Così ieri il commerciante si è presentato davanti al gup Riccardo Dies per rispondere dell’accusa con il rito abbreviato. È emerso che non c’era stata alcuna minaccia da parte dell’esercente, che anzi si sarebbe rivolto alle signore con estrema cortesia, ma con la ferma richiesta di denaro. Del resto, era nel pieno diritto di denunciare le ragazze, avendo subito un furto e potendo dimostrare le proprie ragioni attraverso il video. Ma per la Procura si tratta di estorsione, e la richiesta del pm De Angelis sfiorava i due anni e mezzo di reclusione. Il gup Dies ha però derubricato il reato in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, limitando il danno a “soli” quattro mesi. Che però, per il commerciante, rappresentano un’ingiustizia. «Ricorreremo in appello» ha spiegato il legale Nicola Canestrini, all’uscita dall’aula.













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