le riforme costituzionali

Dellai stronca la riforma di Renzi «Così si torna allo statalismo»

VEZZANO. «Non si tratta di mettere dentro il disegno di legge una normetta di salvaguardia, che così com’è non funziona, si tratta di partire dalle nostre esperienze autonomistiche per convincere il...



VEZZANO. «Non si tratta di mettere dentro il disegno di legge una normetta di salvaguardia, che così com’è non funziona, si tratta di partire dalle nostre esperienze autonomistiche per convincere il governo che dopo il federalismo di matrice leghista non si può tornare allo statalismo». Lorenzo Dellai stronca la riforma costituzionale del Titolo V voluta dal premier Matteo Renzi. «Il Trentino - ha incalzato ieri durante il suo lungo intervento al congresso dell’Upt a Vezzano - dovrà essere capofila di una grande battaglia di tutti i territori che vogliono essere più autonomi, perché la nuova Costituzione consenta questa possibilità». La possibilità, spiega Dellai, «è quella di avere forme di autogoverno dei territori a geometria variabile, perché l’Italia non è tutta uguale». «E nella Costituzione – aggiunge l’ex governatore - dev’essere scritto che è possibile per i territori di montagna avere forme speciali di autogoverno, contro l’omologazione a un modello metropolitano. Perché quello che succederà è che il governo del territorio delle vecchie Province lo faranno le classi dirigenti delle metropoli». «Che senso ha - prosegue ancora Dellai - un Senato delle Regioni se alle Regioni si tolgono i poteri? Noi - avverte - dobbiamo essere capofila di una grande battaglia in cui sia chiara la tutela della nostra autonomia».

Nelle parole dell’ex presidente della Provincia non c’è un riferimento esplicito all’inedito asse privilegiato siglato sabato tra i governatori di Trentino, Alto Adige e Lombardia, Rossi, Kompatscher e Maroni. La battaglia, a suo avviso, dovrà essere condotta da tutti i territori che aspirano a una maggiore autonomia. Per il senatore Vittorio Fravezzi, anche lui intervenuto ieri a Vezzano, avverte: «Attenzione, bisogna coinvolgere tutti i territori dell’arco alpino, la rete dev’essere da est ad ovest, dal Friuli alla Valle d’Aosta».

Dal Patt arriva invece un forte plauso alla nuova alleanza con la Lombardia del leghista Maroni. «L'accordo tra i presidenti Rossi, Kompatscher e Maroni è un atto strategico di grandissima rilevanza», scrive in una nota il capogruppo Lorenzo Baratter. «Prende il via un percorso inedito: quello in cui l'autonomia del Trentino Alto Adige, spesso criticata per i suoi presunti privilegi, diventa per la Lombardia un interlocutore privilegiato con il quale iniziare a lavorare insieme in favore dell'autogoverno delle Regioni virtuose, facendo fronte comune contro il centralismo». «È una svolta cruciale, l'inizio di quel percorso che noi autonomisti abbiamo sempre indicato, ovvero l'opportunità e la necessità di lavorare insieme alle Regioni contermini per superare la visione centralista dello Stato, consentendo anche ad altre Regioni di potersi assumere le proprie responsabilità nella gestione dei rispettivi territori, prendendo esempio anche da quei modelli di governance che le autonomie di Trento e Bolzano hanno dimostrato di voler mettere a disposizione». «Il nuovo asse con il governatore della Lombardia - conclude Baratter - è l'inizio di un profondo cambiamento, un percorso che ci auguriamo costruisca una strategia comune per l'autogoverno di tutte le regioni virtuose e un antidoto contro ogni tendenza centralizzatrice».

(ch.be.)













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