l'orsa morta

Daniza, la procura apre un’inchiesta

Per ora non ci sono indagati. Il procuratore Amato: «Faremo una serie di accertamenti per capire cosa è successo»



TRENTO. Il fascicolo è stato aperto dal procuratore capo Giuseppe Amato non appena ha avuto la notizia della morte di Daniza. Un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato perché, come sottolinea lo stesso Amato «al momento non ci sono indicazioni precise, sono necessari degli approfondimenti». E approfondimenti che sono iniziati ieri con l’autopsia sulla carcassa dell’orsa. Da questo esame ci si aspetta di capire molto di come sia stato possibile che una «carica» di anestetico abbia potuto provocare la morte dell’animale. Ma ci saranno anche altri passi che saranno fatti per fare chiarezza su un episodio che fa tanto discutere. E che necessita di essere capito al meglio.

Per la legge affinché si possa ravvisare un reato nella morte di un animale è necessario che il decesso sia stato provocato per crudeltà o senza necessità. È l’articolo 544 ter del codice penale a disciplinare la questione stabilendo che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale».

Sono quindi necessari diversi accertamenti per capire se quello che è successo può essere considerato un reato. Oppure no.

Di Daniza la procura si era occupata anche nei giorni scorsi, chiamata a decidere sull’ordinanza provinciale che prevedeva la cattura dell’orso dai numerosi esposti che erano stati presentati da associazioni ambientaliste e animaliste. E il procuratore Amato aveva deciso che il fascicolo che raggruppava tutti gli esposti doveva essere destinato all’archiviazione. La motivazione? Non si ravvisavano estremi di reato e non si giustificava un intervento dell'autorità giudiziaria che sarebbe di natura genericamente preventiva. Una richiesta di archiviazione motivata dal fatto che l'ordinanza provinciale che prevedeva la cattura di Daniza fosse stata adottata in ossequio alle indicazioni generali dettate dal Piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali, redatto con la supervisione del ministero dell'ambiente. La decisione assunta - continuava Amato - è ispirata alla salvaguardia dell' «interesse prevalente» della prevenzione dei rischi per l'uomo ed è rafforzata dall'acquisizione del parere del ministero e dell'Ispra.

Ora la «questione orso» torna sui tavoli degli uffici di largo Pigarelli. E torna con la «spinosa» morte di Daniza. Di sviluppi e novità ne se potrà parlare - a quanto pare - dalla settimana prossima, quando ci saranno elementi concreti da valutare e quando per il procuratore sarà possibile definire un quadro più chiaro della situazione. Almeno dal punto di vista penale. (m.d.)













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