Daldoss «snobba» il centrosinistra 

L’ex assessore di Rossi non si è presentato al tavolo con Tonini e Ghezzi Fravezzi, Upt: «Rammarico e delusione». Ma si tratta ancora fino a domani


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Fosse stato un incontro d’amore saremmo qui a parlare del classico due di picche. Si tratta invece di politica ma, insomma, quello è : Carlo Daldoss ieri non si è presentato al tavolo che i partiti del centrosinistra avevano organizzato per tentare una sintesi sulla leadership, (in ballo anche Giorgio Tonini, Pd e Paolo Ghezzi, Futura 2018) della coalizione che dovrebbe opporsi ad ottobre alla Lega.

Nella sede del Pd si era riunito uno di quei tavoli che, in sei mesi, è diventato una sorta di appuntamento fisso: ma è proprio quello che tiene lontano Daldoss (ma soprattutto i suoi mentori Francesco Valduga e Roberto Oss Emer): « Salve a tutti. Apprendo che questo tavolo è quello della coalizione del centrosinistra. Noi non abbiamo mai partecipato a quel tavolo e non ci parteciperemo mai. Abbiamo fatto da tempo presente che il Trentino ha bisogno di innovazione politica profonda e noi a questo stiamo lavorando. Quindi non partecipiamo a nessun tavolo. Siamo invece aperti a quelle forze nuove, a chi può portare il proprio contributo nella direzione sopra auspicata. Saluti, Carlo». Ha scelto un sms per «gelare» chi si aspettava che quello che Valduga( sì Francesco Valduga il primo artefice del progetto Civico) fosse cambiato: il concetto? Niente simboli dei partiti. Daldoss ha scritto un messaggino e ha di nuovo portato via il pallone.

Tra quelli che faticano di più a nascondere la delusione c’è Vittorio Fravezzi, Upt: «Non solo delusione, ma anche rammarico. A Daldoss potevamo offrire un simbolo prezioso ed importante come quello della Margherita, come del resto sul tavolo c’è l’Ulivo. Si poteva discutere sulla loro dimensione, ma ognuno qui ha una storia ed un vissuto politico. Una cosa è ammettere di aver imparato la lezione del 4 marzo, un’altra è cancellare la storia. Tutto chiuso? Mah, noi non ci arrendiamo, lunedì (domani) siamo disponibili a riconvocare il tavolo, a vedere se Daldoss avrà smussato quelle difficoltà che lo portano a dire no alla nostra coalizione».

L’uomo nuovo, quello che con l’ex assessore di Ugo Rossi divide la volontà/necessità di non stare sotto il cappello di vecchi simboli, è Paolo Ghezzi. E’ proprio a lui che con Daldoss ha già avuto un certo grado di interlocuzione (“anche se non ci ho mai mangiato assieme el tortel de patate”) è affidato un altro mandato esplorativo con il solandro: «Sì, alcune delle forze politiche che si oppongono alla destra leghista (Pd, Upt, Socialisti, Futura2018) mi hanno incaricato di verificare con Carlo Daldoss, candidato presidente dei Civici, la possibilità di promuovere un ultimo decisivo incontro per arrivare a una larga coalizione entro domani» ammette il giornalista.

L’altro giorno avevamo dato notizia che con Daldoss gli sherpa del centrosinistra si erano trovati per organizzare il tavolo di ieri. Ed avevamo dato conto di due fatti: al termine ci si era affrettati a cercare in zone Cesarini il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, come sorta di mossa della disperazione. Incassando un garbato rifiuto. Poi, come se non bastasse, Daldoss e Roberto Oss Emer avevano condiviso sui social un identico post in cui si ribadiva: «Mai con i partiti ed i loro simbolo». Con queste premesse, comunque, qualcuno vagheggiava di un accordo in arrivo.

E come se non bastasse il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer ieri ribadiva ulteriormente il concetto: «Carlo Daldoss ha già chiarito più volte che non esiste la possibilità che nel progetto civico vengano coinvolti partiti del centrosinistra. Come andiamo ripetendo da due anni la nostra proposta è nata come alternativa al centrosinistra autonomista e non prevede un nostro appoggio o un coinvolgimento. Assurde e fuori da ogni logica le dichiarazioni di esponenti del centrosinistra che danno la loro disponibilità ad una candidatura di Carlo Daldoss a presidente di una coalizione che comprenda PDd Upt e qualsiasi altra sigla del centrosinistra. Ricordo che la nostra proposta è nata ben prima dello tsunami del 4 marzo 2018 , è partita nel 2013, si è consolidata nel 2015 quando in numerosi comuni trentini gli elettori hanno detto basta ai partiti del centrosinistra autonomista. Gli elettori il 4 marzo 2018 avevano poche alternative ed hanno mandato un altro segnale fortissimo che a quanto pare non è stato ancora ben compreso. La nostra è una proposta alternativa anche alla coalizione capeggiata dalla Lega che sta cavalcando il risultato nazionale. Apertura quindi da parte nostra, a tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore il destino del nostro Trentino indipendentemente dalle loro provenienze».













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