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Dai fiori allo stalking: 30enne a processo

Ha iniziato facendole recapitare dei fiori con tanto di biglietti d'amore, ma poi si è fatto via via più insistente: è finito in tribunale



TRENTO. All’inizio ha seguito quanto potrebbe essere previsto in un ipotetico «manuale del bravo spasimante». E quindi le lasciava, vicino a casa, mazzi di fiori, bigliettini ricchi di messaggi d’amore e la seguiva fingendo casualmente di incontrarla in varie parti della città. Poi ha iniziato a cercare di avere anche dei contatti fisici. Che la ragazza però ha sempre respinto. Non c’è stato, nel modo di fare della giovane studentessa, nulla che potesse far pensare allo spasimante, un trentenne albanese, che le sue intenzione fossero ricambiate. Ma lui ha continuato con il suo atteggiamento tanto che lei, alla fine lo ha denunciato per stalking. Sì perché quel corteggiamento molto marcato aveva da subito perso qualsiasi caratteristica romantica ed era diventato ossessivo. Non passava giorno senza che lui non trovasse il modo di incontrarla anche con fare molesto.

Una situazione che aveva portato la studentessa a vivere ogni momento di permanenza a Trento con angoscia e paura. Paura che l’accompagnava quando usciva di casa e quando a casa faceva rientro. In alcuni casi sono dovuti intervenire amici della ragazza per far desistere l’altro che in diverse occasione ha anche cercato di baciare la donna. In un’occasione lei aveva trovato rifugio all’interno del suo palazzo, ma lui era rimasto all’esterno battendo con insistenza i pugni sulla vetrata per attirare la situazione. La denuncia della giovane ha portato al processo dove l’albanese non si è presentato: è irreperibile.













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