IL RICORDO DELL’AVVOCATO UCCISO NEL 1944

Da Bettini al giudice Amato, così la storia si è ripetuta

ROVERETO. Nell’aula del tribunale a lui dedicata cerimonia in ricordo della figura dell’avvocato Angelo Bettini trucidato nel suo studio dai nazisti il 28 giugno 1944. «L’aula è piena - scrive Mario...



ROVERETO. Nell’aula del tribunale a lui dedicata cerimonia in ricordo della figura dell’avvocato Angelo Bettini trucidato nel suo studio dai nazisti il 28 giugno 1944. «L’aula è piena - scrive Mario Cossali - ci sono avvocati, una folta delegazione dell’Anpi con le proprie insegne, il partigiano Libero, Lamberto Ravagni, il figlio di Cramerotti, perseguitato politico, altri cittadini, la presidente del consiglio comunale Mara Dalzocchio. Le parole del presidente del tribunale Carlo Ancona tracciano commosse un fil rouge tra la persona di Angelo Bettini e quella del giudice Mario Amato ucciso tanti anni dopo a Roma in un agguato neofascista. Il senso del dovere e della responsabilità sociale, il coraggio di vivere fino in fondo la propria vita mettendo nel conto anche la possibilità di perderla. Mauro Bondi a nome dell’ordine degli avvocati ha richiamato poi alla necessità di riscoprire il ruolo civile dell’avvocatura e il suo protagonismo culturale e politico nella città. Anche la vicesindaca Cristina Azzolini ha richiamato l’esempio di Angelo Bettini come stimolo per l’oggi, per ogni uomo e donna del nostro tempo, al di là di ogni retorica della memoria. Il procuratore della repubblica Aldo Celentano ha concordato sull’importanza della responsabilità che ognuno deve assumersi, sfidando l’indifferenza e il conformismo. Patrizia Corona, avvocato di Trento, Presidente Unione Triveneta Ordini Forensi, ha tenuto un’orazione ufficiale carica di passione etica e di pensiero, ritrovando nella figura di Angelo Bettini un profilo di matura modernità e disegnando un ritratto autorevole denso di cultura e di dedizione ad ogni livello»













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