alpinismo

Corradini conquista anche l’Aconcagua

Nuova impresa dell’alpinista disabile di Rallo con Stefano Pedranz di Fondo e i tuennesi Massimiliano e Giovanni Gasperetti


di Giacomo Eccher


RALLO. Ennesima impresa dell’alpinista disabile di Rallo, Gianfranco Corradini, che con gli amici di cordata Stefano Pedranz di Fondo e i tuennesi Massimiliano e Giovanni Gasperetti domenica scorsa 19 febbraio dopo alcuni giorni di forte vento è arrivato in vetta all’Acongagua, a quota 6.962 metri. La notizia è stata lanciata martedì scorso in internet da Montura, uno degli sponsor privati che hanno sorretto l’impresa in Sudamerica. Classe 1955, nativo di Rallo ma ora residente a Trento, Corradini da molti anni fa parte del mondo dello sport, prima come dirigente e, successivamente, come atleta diversamente abile. Nel 1977, a seguito di un incidente motociclistico, ha infatti perso interamente la gamba sinistra e subìto fratture e lesioni agli altri arti, ma questo non gli ha impedito di raggiungere risultati insperati e di compiere numerose ascensioni con l’ausilio di protesi specifiche per l’alpinismo e stampelle.

Corradini è stato il primo alpinista diversamente abile a raggiungere la vetta dell’Alpamayo (5.947 metri) nella Cordillera Blanca (Ande Peruviane), ha scalato più volte l’Ortles, vette dolomitiche e le Maddalene, che sono un po’ la palestra casalinga di allenamento per le grandi imprese che sta inanellando sulle montagne più difficili del mondo. Uno sportivo a 360 gradi, perché oltre alla passione per le alte vette pratica sci di fondo e ciclismo. Da un anno è presidente della sezione Sat di Rallo e anche per questo la spedizione sull’Aconcagua è nata con il patrocinio della Sat centrale di Trento, che vede nell’alpinista noneso un testimonial eccezionale della “normalità” in montagna.

Ancora una volta Corradini ha sfidato (e vinto) una montagna impossibile, la vetta più alta delle Americhe dimostrando tecnica, caparbietà, forza e una volontà di ferro che non lascia nulla all'improvvisazione. Tutto questo grazie soprattutto all’amicizia vera di uno staff di alpinisti forti almeno come lui, che lo seguono nelle imprese condividendone gioie, fatiche, i rischi e anche i successi di una corsa che sposta sempre più in alto l’asticella dell’impossibile. Dopo tre giorni di cammini di rientro dal campo base, Corredini e i suoi amici sono arrivati a Mendoza, la città argentina ai piedi della Cordigliera Andina da dove proseguiranno per Buenos Aires e l’Italia, dove sono attesi a fine mese.

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