Corradi si è dimesso, elezioni a maggio

«Non c’erano più né la serenità né le condizioni per proseguire il mandato, molto meglio andare alle urne al più presto»


di Roberto Gerola


PERGINE. Silvano Corradi si è dimesso ieri poco dopo le 11. «Preso atto della situazione politica di estrema precarietà venutasi a creare all’indomani dell’ultima seduta consiliare di data 5 febbraio; considerato che sono venute meno le condizioni per poter proseguire nell’incarico e amministrare in maniera serena nell’interesse della Città di Pergine, rassegno del dimissioni con effetto immediato». Queste le poche parole depositate. Mezzora dopo sono state controfirmate dalla vicesindaco Marina Taffara che ha così assunto guida del Comune appunto con questo ruolo.

Corradi, a parte le motivazioni scritte nella lettera, perché ha dato ora le dimissioni e non martedì come aveva annunciato?

«Non voglio dar adito ad alcuna strumentalizzazione né per le prossime elezioni nazionali, né per quelle comunali. Se le avessi date dopo le elezioni a fine mese, la situazione perginese poteva essere argomento di questa o quella forza politica; se le avessi date dopo il 1° marzo mi sarei prestato a qualche giochetto di visibilità o altro. E allora ho deciso di darle subito, anche se dentro l’Upt, ma anche fuori erano in molti a chiedermi di restare. Ritengo più corretto andare alle urne il più presto possibile».

Come ha vissuto questo suo mandato?

«E’ stato un mandato difficile fin dall’inizio. E’ noto a tutti che come candidato sindaco della coalizione sono stato scelto all’ultimo minuto, dopo molte polemiche, dopo trattative durate settimane, veti incrociati e nomi che si accavallavano continuamente e formulati da tutti i partiti appunto della coalizione». (Per chiarire, si ricorda che la vigilia delle elezioni comunali del 2009 era stata vissuta in maniera “infuocata”. Il nome più contestato (dal Patt) era quello di Marco Osler: come vicesindaco reggente rappresentava la naturale continuazione del mandato dell’ex sindaco Renzo Anderle (eletto in Provincia). Ma c’era stato il no deciso del Patt. Era così stato formulato il nome di Corradi, che in quel momenti era presidente di Stet, subito accettato dal Patt).

Lei parla di maggioranza sgretolata. Perché?

«Il male dei mali è stato il primo piano di San Cristoforo. Ma poi sono seguiti altri episodi come i 3 voti mancati sul bilancio preventivo 2012. In quell’occasione ho chiamato tutti i consiglieri, uno per uno: nessuno ha avuto la sincerità di dirmi se era stato lui a far mancare il voto».

Nisco che lascia, il caso Beber, le dimissioni di Morelli...

«Queste ultime non le capisco».

E sul caso dei rimborsi?

«Parliamo di 2.500/3.000 euro in un anno di ticket, pedaggi e parcheggi ho usato la mia auto giornalmente, ho competenze trasversali in fatto di energia e per la mia azione in questo campo mi sono incontrato con molte persone portando a casa anche dei risultati, utenze ex Enel, piani energetici, bacini di distribuzioni gas meta ed energia elettrica a livello trentino. Invoco anche una qualche riservatezza nei miei incontri. Comunque risponderò a chi di dovere».

Pensa di aver dato qualcosa a Pergine, in questi anni?

«Penso proprio di sì. Ci sono state molte cose positive: centro giovani, palestra di Canezza, strada dell’Angi, il nuovo teatro, la biblioteca, le iniziative nelle frazioni. Molte opere sono finanziate e programmate anche per i prossimi mesi ».

Mail caso rimborsi è stato determinante nelle dimissioni?

«No, è venuta a mancare la serenità non avevo più la certezza di poter proseguire e allora che la comunità vada alle urne al più presto».

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