politica e finanziamenti

Con il 730 (pochi) soldi ai partiti

Solo il 2,5 per cento dei contribuenti trentini ha scelto di destinare il 2 per mille. Ecco i fondi ai movimenti locali



TRENTO. Sono poco più di 10 mila i contribuenti trentini che nella dichiarazione dei redditi del 2015 (relativi ai redditi dell’anno precedente) hanno scelto di destinare il 2 per mille dell’Irpef a un partito politico. Si tratta di una minoranza (circa il 2,5 per cento degli oltre 400 mila contribuenti trentini) ma comunque in netto aumento rispetto alle dichiarazioni del 2014.

Ma - come avvisa il ministero delle Finanze i due anni non sono comparabili, visto che erano in vigore due sistemi diversi: piuttosto macchinosa (con la necessità di richiedere un modulo apposito) la procedura adottata nel 2014, molto più semplice (basta indicare un codice in uno spazio apposito sul modulo della dichiarazione dei redditi) la procedura adottata nel 2015, che sarà la stessa che i contribuenti potranno seguire anche quest’anno. Il numero di trentini che hanno utilizzato il canale di finanziamento del 2 per mille è leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (2,7 per cento).

Se nel 2014 erano una minoranza assoluta i partiti locali che erano pronti a ricevere i finanziamenti, ora tutte le principali formazioni politiche locali (oltre naturalmente ai partiti nazionali) sono pronte per il 2x1000. E infatti sono partite le campagne per convincere i contribuenti ad avere fiducia nei partiti locali. Ad esclusione - per scelta - del M5S.

Ma come è andata l’anno scorso? A livello regionale il primo partito per numero di indicazioni è stata la Svp, il partito di raccolta altoatesino, che in questo modo ha incassato 149 mila euro. Al secondo posto il risultato sorprendente dell’Unione per il Trentino che ha incassato una somma superiore agli autonomisti del Patt: 39 mila euro per l’Upt, contro i 24 mila euro per il Patt. Di poco staccati i Freiheitlichen altoatesini con 21 mila euro. Ha poco significato comparare i dati con i partiti nazionali, come ad esempio il Pd che ha incassato 5,3 milioni.

Dall’analisi delle tabelle del ministero delle Finanze emerge però una situazione piuttosto complessa, con l’Upt che riceverebbe un sacco di “preferenze” fuori dal territorio trentino, con l’assegnazione del 2 per mille da parte di un numero di contribuenti lombardi addirittura superiore ai trentini. Nemmeno il tesoriere del partito Fulvio Riccadonna (che conferma i finanziamenti di 39 mila euro) riesce a spiegarsi questo fatto: «Ci hanno detto che in realtà il calcolo per l’assegnazione del 2 per mille avviene su base nazionale, immagino quindi che questa situazione dipenda dall’algoritmo che viene utilizzato. Per noi comunque è un ottimo risultato, frutto della campagna di finanziamento».

Il 2 per mille è una possibilità dei partiti prevista nel nostro ordinamento dopo l’abolizione della normativa sul finanziamento ai partiti. Chi vuole utilizzare questo canale può inserire il codice alfanumerico del partito (che viene fornito dai gruppi politici) nell’apposito spazio nella dichiarazione dei redditi. Nel 2015 lo Stato aveva previsto un tetto massimo di 9,6 milioni (che erano 7,7 l’anno precedente) destinato ad aumentare quest’anno a 27,7 milioni mentre sarà ridutto in maniera progressiva il finanziamento pubblico. L’Irpef non destinata con il 2 per mille resterà interamente nelle casse statali.













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