Collegio Mayer a rischio «bomba»

I lavori (ri)partono dopo un anno con l'incognita dei residuati bellici


Jacopo Tomasi


TRENTO. Con quasi un anno di ritardo rispetto al previsto sono in fase di ripartenza i lavori nell'area dell'ex collegio Mayer, in corso Buonarroti, dove sorgerà un residence ecologico per laureandi, dottorandi e ricercatori dell'Università. Il cantiere, però, potrebbe subire altri ritardi se, durante le operazioni di "sminamento" appena iniziate, saranno rinvenuti reperti bellici.

«Speriamo non accada», dice scaramantico il presidente dell'Opera universitaria, Fulvio Zuelli. Le probabilità, però, sono elevate visto che il collegio Mayer fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito, successivamente, negli anni Cinquanta.

A farlo intendere è lo stesso ex rettore dell'ateneo trentino. «La vicinanza alla linea ferroviaria ed alla stazione dei trenti fanno sì che quella sia un'area ad alto rischio per quanto riguarda la presenza di residuati bellici inesplosi», dice Zuelli. «E' probabile che ci siano reperti bellici. Lo era anche in via Tomaso Gar (dove è quasi terminata la costruzione della nuova facoltà di Lettere, ndr) e in quel caso non è stato trovato nulla. Speriamo di essere altrettanto fortunati». Una ditta specializzata ha iniziato i lavori di bonifica nei giorni scorsi e andrà avanti per quasi due mesi.

La speranza è che il cantiere non subisca ulteriori ritardi. A fine novembre scadono i termini per la gara d'appalto europea e verso fine gennaio del 2012 sarà definita l'impresa che realizzerà il nuovo residence: «Se tutto va per il verso giusto - afferma Zuelli - potremmo posare la prima pietra la prossima primavera e tagliare il nastro due anni dopo, ad inizio 2014. E' da tanto, però, che facciamo i conti e quindi non vorrei sbilanciarmi troppo. Speriamo, comunque, che questa sia la volta buona».

Se i tempi annunciati dal presidente dell'Opera universitaria saranno rispettati, nel 2014 l'Università di Trento potrà arricchire ulteriormente la sua offerta di servizi con una residenza per docenti, dottorandi, laureandi e ricercatori. In base al progetto sarà una struttura all'avanguardia, con un bassissimo impatto ambientale, realizzata integralmente in legno di abete e con un centinaio di pannelli solari sul tetto che permetteranno di consumare un quarto dell'energia di un edificio normale.

Uno studentato eco-chic, è stato definito, che costerà 13 milioni di euro ed avrà 130 posti letto - suddivisi in stanze singole, doppie e alloggi con taglie diverse - oltre ad un parcheggio interrato per 24 posti auto. Sono poi previsti una serie di spazi d'uso comune: zone cucina e pranzo, locali studio, sala tv, palestra.  In particolare è previsto un volume di due piani, che si differenzia architettonicamente da quello principale, su via Lampi che ospiterà due sale per incontri e manifestazioni aperte al quartiere.













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