Colarin, 150 sciatori restano a terra

Dovevano arrivare a Pinzolo, tra le proteste è stato organizzato un pullman


Sandra Mattei


MADONNA DI CAMPIGLIO. Rabbia e sconcerto, ieri pomeriggio per una comitiva di sciatori che si è trovata al Colarin di Madonna di Campiglio a piedi, perché l'impianto di collegamento era già chiuso e non ha potuto proseguire per Pinzolo. Gli sciatori appiedati erano circa 150, inferociti, perché diretti da Patascoss a Pinzolo, ma arrivati dopo le 15.50, ad impianto già chiuso. E allora ad alcuni in paese, che già hanno maldigerito l'opera faraonica del collegamento che conta quattro chilometri e mezzo di lunghezza ed è costato più di 26 milioni di euro (denaro pubblico), è sorta la domanda: «Che razza di collegamento è, se quando qualcuno arriva in ritardo, rischia di rimanere bloccato?».

Le minoranze in consiglio comunale annunciano un'interrogazione perché, sostengono, l'episodio accaduto mostra già tutti i limiti dell'opera. La Pinzolo Campiglio Express, come è noto, è stata giustificata dai nostri amministratori provinciali come la soluzione per evitare ingorghi di traffico in quota. Così la cabinovia che collega le piste del Doss del Sabion con quelle di Campiglio e oltre, con Folgarida Marilleva, è stata definita «mobilità integrata» e grazie a questo, gli impiantisti hanno potuto ricevere l'80 per cento dei finanziamenti provinciali.

Va detto che gli sciatori ritardatari hanno potuto fare ritorno a Pinzolo grazie ad una corsa supplementare del pullman che collega le due località. Dal canto loro, i vertici delle Funivie Pinzolo, che hanno in gestione il collegamento, si difendono affermando che gli sciatori devono rispettare gli orari. Toni Masè, presidente delle Funivie Pinzolo, non era in paese, ma afferma di essere stato messo al corrente che si è provveduto in tempi brevi ad attivare la corsa supplementare del pullman.

Pio Maturi, direttore, ha seguito la vicenda e spiega: «L'ultima corsa dal Colarin al Puza dai Fò, sul Doss del Sabion, è alle 15.50. Gli sciatori sono avvisati con depliant e cartelli in tutte le stazioni. Quando si sono presentati i ritardatari, i nostri dipendenti giustamente non hanno riaperto l'impianto, perché avrebe messo a rischio gli sciatori, che sarebbero arrivati sul Doss del Sabion al buio».













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