Ciucioi, il giardino massonico di Lavis

Brugnara: «Mano a mano che procedono i lavori ci accorgiamo che è unico al mondo». Dal 2015 si aprirà ai turisti


di Daniele Erler


LAVIS. «A mano a mano che procedono i lavori, ci accorgiamo che il giardino dei Ciucioi è unico non solo in Europa, ma probabilmente nel Mondo». A sostenerlo è Andrea Brugnara, assessore all'urbanistica della comunità di valle Rotaliana-Königsberg, e direttore dell'Associazione Culturale Lavisana. Dopo più di dieci anni di restauro, manca relativamente poco perché il giardino romantico, che sovrasta Lavis, possa finalmente aprire ai visitatori. Fra la primavera e l'estate del 2014 dovrebbe concludersi l'attuale fase dei lavori, quella che sta impegnando l'impresa Costruzioni Battisti di Borgo Valsugana, nella parte alta del giardino. Mancano poi una serie di altri piccoli interventi architettonici, nonché il ripristino delle aree verdi. Così, probabilmente col 2015, i Ciucioi potranno essere aperti, e l'aspettativa è che rientrino in un circuito turistico, che attiri a Lavis visitatori da tutta Europa. Anche perché, durante questi anni di restauro, sono state fatte alcune scoperte che, secondo gli addetti ai lavori, rendono davvero unico il complesso architettonico di Lavis.

Un giardino massonico. «La prima particolarità – spiega il direttore dei lavori, Claudio Micheletti – è che le superfici in verticale sono più di quelle in orizzontale». Chi si avventurava dal paese dentro il giardino, aveva la sensazione di una sorta di ascesi verso l'alto. Un percorso a tappe, attraverso una sorta di oasi nella roccia, con piante esotiche, stanze, serre e limonaie. «Ci sono elementi che ricordano la tradizione massonica», continua Micheletti. «C'è una stanza, chiamata la “sala dei crociati”, dove probabilmente si svolgevano delle vere e proprie iniziazioni». Il sospetto che a Lavis, intorno alla metà dell'Ottocento, vi fosse una loggia massonica, derivava già da alcune decorazioni simboliche presenti nel palazzo de Maffei, nel centro storico del paese. È possibile, sostengono gli studiosi, che fra i massoni vi fosse lo stesso Tommaso Bortolotti, appunto l'ideatore del giardino dei Ciucioi.

Costruito nella roccia. «La sensazione – aggiunge Micheletti – è che al momento della costruzione del giardino, il Bortolotti adattasse di volta in volta il progetto in base alla morfologia della roccia». Una serie di elementi architettonici, ovvero, sono costruiti direttamente a contatto con le pareti naturali del dosso. La sensazione è che, incastonata nella roccia sopra Lavis, vi sia un'immensa quinta teatrale, perfettamente in asse con il ponte sull'Avisio. Il tutto in un giardino fatto di sentieri e stanze con affreschi, e, lungo il percorso, terrazzamenti, serre e nicchie in cui erano conservante piante esotiche. «L'intera architettura – commenta Micheletti – era ideata anche per come poteva essere percepita, vedendola dal paese».

Un modo eclettico, insomma, per stupire i Lavisani del tempo. Ma il Bortolotti aveva pensato anche ad una serie di astuzie architettoniche, che permettevano al giardino di sopravvivere. Piccoli condotti intonacati, costruiti come caminetti (e in uno è stata trovata anche la data “1849”), captavano l'area calda, e la diffondevano nelle serre. Un insieme di canalette, invece, raccoglievano e trasportavano l'acqua piovana, che veniva poi conservata in piccole vasche. «Non era solo una costruzione estetica», conclude Micheletti. «Aveva aspetti funzionali molto interessanti».













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