Cinte Tesino, la Provincia chiuderà il centro diurno

Lo stabilisce una delibera: accadrà appena sarà operativo quello di Scurelle Ceccato: «È un vero e proprio sopruso, spero che anche i sindaci reagiscano»


di Silvia Fattore


CINTE TESINO. Altro che preoccupazioni, ora sono solo certezze quelle legate alla chiusura del centro diurno di Cinte Tesino. Tra le righe di una delibera della Provincia che si occupa in termini generali di centri diurni, assistenza domiciliare e cure palliative, si legge, infatti, in modo inequivocabile che «è stata prevista l’apertura, nel corso del 2014, del nuovo Centro diurno di Scurelle, la contestuale chiusura di quello di Cinte Tesino e il passaggio degli ospiti che non andranno al Centro di Scurelle, verso le Rsa locali». Una frase che non ammette dubbi.

Dura la reazione di Leonardo Ceccato, nativo di Cinte, consigliere in Comunità di valle e primo ad aver sollevato questo problema qualche mese fa. «Questa decisione è assurda e non ha nessun senso ne dal punto di vista pratico ne dal punto di vista economico. Perché chiudere un servizio a Cinte, che serve tutto il Tesino e che a quel tempo ha avuto un costo di 3 milioni di euro, per aprirne uno uguale a Scurelle dove a 3 chilometri di distanza c'è già quello di Villa? E' questo il Trentino virtuoso e attento alla popolazione di cui i media parlano sempre?». Secondo Ceccato la mossa della Provincia non porterebbe a un reale risparmio economico «perché per rendere il Centro Alzhaimer di Scurelle un centro anche diurno occorrerebbero ancora fondi, senza contare che si andrebbe a togliere un servizio che è a favore di tre paesi collocati in una zona già disagiata».

«Questa decisione - aggiunge Ceccato -, che era nell'aria da tempo, non ha alcun senso e nessuno si è mai preso la briga di spiegare alla popolazione il vero motivo. Inoltre, chiudere un servizio agli anziani senza tener conto dell'opinione dei sindaci e degli utenti è un vero e proprio sopruso. Cancellare il centro diurno di Cinte ha solo motivazioni politiche, e non pratiche e tanto meno economiche. Sì, è vero, l'utenza del servizio è bassa, ma non ci si è mai impegnati per farla crescere. E comunque rimarrebbe bassa anche se tutto fosse spostato in Valsugana. A Cinte una decina di anni fa è stato fatto un investimento oneroso che ora non deve essere sprecato. Addirittura il Centro può contare nove appartamenti che sono di proprietà del Comune. Cosa ne facciamo di tutti questi potenziali? Se la decisione che leggo in questa delibera si concretizzerà io mi rivolgerò alla Corte dei Conti. Spero che anche i sindaci interessati reagiscano a quello che è un vero e proprio sopruso, perpetrato solo per questioni elettorali, nei confronti del Tesino».

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