Ciclabile critica anche per le ambulanze
Manca lo spazio fisico per superare in caso di emergenze, e lo stesso problema preoccupa anche i vigili del fuoco
ROVERETO. Anche gli operatori di trentino emergenza guardano con una certa preoccupazione la Pista Longa. La nuova ciclabile di via Dante fa discutere non tanto in sè, quanto per il restringimento della carreggiata dovuto agli stalli per le auto che si trovano tra la piste per le bici e la corsia di marcia. Con la carreggiata ristretta, un’ambulanza in emergenza può solo mettersi in fila e accendere le sirene: inutile sperare che gli automobilisti davanti si facciano subito da parte, manca lo spazio fisico per far passare due mezzi. L’ambulanza in realtà ha anche una seconda opzione, poco ortodossa e abbastanza rischiosa: salire sul marciapiede per passare comunque. Ma qui si aprirebbe un capitolo sulla sicurezza che altri critici della nuova ciclabile hanno colto da tempo.
Certo, i soli 13 posti auto rimasti in via Dante hanno i giorni contati: spariranno non appena verranno creati nuovi stalli nel vicino piazzale Follone. Ma per ora la situazione si profila non dissimile da quella particolarissima di via della Terra, dove, è vero, passa solo un mezzo per volta. Però si tratta pur sempre di una delle pochissime strade del centro storico che presentano una larghezza critica. E la sua conformazione non è per nulla modificabile, pena il blocco immediato del cantiere da parte della Sovrintendenza ai beni storici e culturali.
Lo stesso discorso vale per gli automezzi dei vigili del fuoco, permanenti o volontari che siano. Il problema è sempre il restringimento della carreggiata. Nel caso di un intervento urgente, i pompieri possono pure suonare la sirena bitonale a tutta birra, ma se le auto sono in coda al semaforo manca lo spazio fisico per bypassare la colonna.
Sommando le criticità già illustrate da Pdl, Verdi e altri detrattori alle potenziali problematiche del soccorso d’urgenza , pare che la ciclabile ancora in cantiere abbia messo d’accordo un po’ tutti, ma in negativo. Persino ambientalisti e ciclisti sono a dir poco perplessi. Se infine, prendendo a prestito un termine dalla briscola, ci si mette il “carico” dei costi - 170 mila euro, non proprio “low cost” - in questi tempi di spending review, a storcere il naso sono in parecchi.
Intanto l’esordio - si fa per dire perchè i lavori sono tuttora in corso - è andato maluccio: il primo effetto della nuova disposizione dei parcheggi ha provocato un piccolo incidente, risoltosi per fortuna senza conseguenze. E’ toccato all’auto di Paolo Falceri, commerciante del centro, caricare sul cofano un ragazzo. Il quale attraversava sì sulle strisce, ma era nascosto da un furgone parcheggiato in maniera impeccabile.
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