Cia: «Io, un sindaco tra i cittadini»

Il neocandidato del centrodestra spara già contro Andreatta: «Rinfreschi da 800 euro? Io non sprecherò una lira»


di Luca Marognoli


TRENTO. Prima consigliere comunale, poi provinciale, ora candidato sindaco del centrodestra. Claudio Cia, presentato ieri in pompa magna dai vertici dei cinque partiti della coalizione (con una quindicina di persone schierate in sala della natività, a Palazzo Thun) in 5 anni di carriera politica ha fatto un’ascesa rapida quanto vertiginosa. Lo ha ammesso, con una battuta autobiografica: «Sorpreso? Sì, quasi da pannolone, per capirci. Per fortuna che lo smaltimento sono riuscito a farlo gratis». La celebre incursione con i sacchi di pannoloni in consiglio non la dimentica nessuno. E da candidato sindaco promette di restare nella memoria con una campagna altrettanto “popular”, nello stile del personaggio: «Alla gente oggi bisogna parlare in maniera semplice. La distanza della politica? Andreatta spese 800 euro per un rinfresco con i dirigenti... Io non lo farei mai, con tutti quelli che non arrivano a fine mese. Il panettone quando ho lasciato il Comune me lo sono pagato io». Parole che fanno capire come la campagna sia già partita (e d’altra parte con tutto il tempo che ci ha messo il centrodestra a scegliere il suo leader, non si può sprecare altro tempo).

Ma se Cia mostra il suo volto più battagliero all’esterno, ai suoi riserva un atteggiamento di modestia. «In provincia e ora candidato sindaco mi pare un po' troppo per uno piccolo come me», sorride. Poi dichiara: «Da ora rappresenterò una coalizione di cinque partiti: se siamo arrivati a questo punto è perché c'è un gruppo di forze che nel mio nome hanno riconosciuto l'opportunità di riconsegnare la città alla gente. Negli ultimi anni infatti i cittadini si sono sentiti sempre più lontani dalle istituzioni». Quanto al programma, il neoleader del centrodestra mette in primo piano «la sicurezza, la lotta al degrado, che vediamo nei rifiuti lasciati sulle strade e nei luoghi di culto come Santa Maria usati come orinatoio, e la sburocratizzazione. Ma anche il recupero di molti siti del territorio dimenticati, come la terrazza di Sardagna, e certe zone di via Brennero. Noi puntiamo a recuperare ciò che di bello c'è già, senza inventare nuovi motivi di spesa. Non regalerò sogni, ma proporrò concretezza, tenendo conto dei bilanci».

Cia non pone limiti alla sua ambizione: «Corro per vincere: basta il 50% più uno. Se poi i cittadini vogliono rassegnarsi a doversi lamentare per altri cinque anni, si tengano Andreatta. Siamo arrivati tardi, è vero, ma l’impatto mediatico di questa alleanza è stato imponente».

Il consigliere della Civica Trentina racconta anche i retroscena della sua candidatura. «Venerdì sera ero al tavolo della trattativa, quando è uscito il mio nome. Per questo lunedì ho ritenuto corretto non essere presente». A farlo, il suo nome, è stata Marika Poletti di Fratelli d’Italia, che ha così trovato il modo per uscire dall’impasse causato dalla contrapposizione fra Divina e Merler. Sul futuro, in caso di sconfitta, Cia gioca a carte scoperte: «Non voglio prendere in giro nessuno e dico subito che resterò in consiglio provinciale, continuando a lavorare da lì per Trento e per la città da cui sono partito». Ne ha anche per Ugo Rossi il neocandidato sindaco: «Le opere pubbliche congelate nei Comuni? È come mettere democraticamente il cappio al collo alle amministrazioni locali».

In conferenza stampa, i leader dei cinque partiti della coalizione hanno tutti sottolineato l’importanza di avere trovato un unico nome, rappresentativo di tutti: «Dopo quindici anni il centrodestra si ritrova unito per le elezioni comunali», ha detto Maurizio Fugatti. «Un percorso nato dal consiglio provinciale». E il fatto di avere rinunciato a decidere dando il pallino a Progetto Trentino? «Credo che il risultato conseguito fosse superiore agli interessi di ogni singolo partito», è stata la risposta. Franco Bettega, che di Pt è il presidente, ha commentato: «A noi interessava trovare un’alternativa valida per la città di Trento. E il nome di Cia può essere il primo mattone su cui costruirla». Sull’impegno a lavorare tutti per portare beneficio alla squadra ha posto l’accento Paolo Catanzaro di Forza Italia, mentre Marika Poletti ha parlato di «scelta di campo sull’onda della concretezza: il cittadino non sceglierà sulla base della tessera del candidato, ma di quanto lui potrà fare per migliorargli la vita». Per Rodolfo Borga della Civica Trentina (il partito di Cia), presentare cinque candidati sindaco sarebbe stato «un atteggiamento suicida».

Significativa la presenza di Andrea Merler, che ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Oggi è una bella giornata perché il centrodestra è compatto. Sono qui a testimoniare nella maniera più serena il mio sostegno a Cia, un uomo vicino alla gente».













Scuola & Ricerca

In primo piano