«Ci aspetta un’estate con forti ondate di caldo»

Il climatologo Luca Mercalli alla Filarmonica: «Dobbiamo preoccuparci per l’aumento delle temperature, per le frequenti alluvioni e le tempeste...»


di Stefania Costa


ROVERETO. L’altra sera l’incontro alla sala della Filarmonica, ieri al teatro Rosmini. Luca Mercalli, il metereologo noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva di Rai3 “Che tempo che fa”, per due giorni è stato ospite a Rovereto per la presentazione del percorso di educazione alla sostenibilità ambientale dell’istituto “Fontana”. E pur parlando di ambiente ed ecosostenibilità, impossibile non parlare della situazione metereologica e delle previsioni del tempo, di quale estate ci aspetta.

È una primavera strana, piove in continuazione e, appena spunta il sole, il caldo è estivo, perché il clima è così pazzo?

Certo abbiamo avuto una primavera più piovosa del consueto, ma questo non è un indicatore importante. È un fatto locale e temporaneo. Quello che è preoccupante è che sono cambiate le tendenze a lungo tempo: sono aumentate le temperature, i ghiacciai regrediscono e ci sono continue ondate di caldo. Inoltre aumentano i fenomeni estremi, che in Italia possiamo riscontrare nei frequenti alluvioni, e altrove si manifestano con eventi più intensi, come uragani e tempeste.

Quindi dovremmo aspettaci un’estate molto calda?

Dobbiamo abituarci a convivere con ondate di caldo intenso. Il cambiamento climatico è in atto, ma molto è già cambiato in maniera irreversibile.

C’è qualcosa che possiamo fare per bloccare questo mutamento? Un modo c’è, ma abbiamo già perso molti, troppi, anni. Occorre mettere in campo soluzioni concrete, senza perdere altro tempo. A fine secolo, se la tendenza non cambia la temperatura globale aumenterà di 5 o 6 gradi, con conseguenze catastrofiche. Dobbiamo agire per bloccare questo trend. Dobbiamo ricercare prospettive economiche diverse, occorre promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili, ricercare l’efficienza energetica, evitare l’economia dell’eccesso a favore di quella del necessario. Dobbiamo gestire la decrescita, perché la crescita continua non è più sostenibile. Questo potrebbe ridurre l’aumento della temperatura a 2 o 3 gradi. Non è poco.

I piccoli interventi, come quello dell’Istituto “Fontana” che si è impegnato per la riqualificazione energetica della scuola ottenendo la certificazione Emas e da anni ha attivato un percorso di educazione alla sostenibilità ambientale, sono utili?

Azioni come queste sono molto positive. Questi ragazzi tornando a casa diffonderanno buone pratiche, favoriranno quel cambiamento culturale necessario. La sostenibilità ambientale dovrebbe diventare materia di studio in tutte le scuole. Purtroppo però queste lodevoli iniziative locali, promosse da Comuni, scuole e associazioni, da sole non bastano. Occorre un governo che le sostenga e le incentivi, come accade nei paesi del Nord Europa. Occorre un quadro normativo generale. Solo in questo modo si potrà sviluppare un’azione concreta contro il mutamento climatico.

Nel quotidiano ognuno di noi può fare qualcosa? Possiamo evitare gli sprechi spegnendo le luci, evitando di lasciar scorrere l’acqua, ma anche controllando che gli impianti della nostra casa non abbiamo dispersioni. Possiamo coprire il nostro tetto di pannelli solari, usare auto elettriche, risparmiare suolo non costruendo edifici nuovi, ma sistemando quelli esistenti. Possiamo evitare di usare i prodotti usa e getta per produrre meno rifiuti, usare prodotti a km 0 e i mezzi pubblici, fare il compostaggio in giardino, tanto per iniziare…

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