Cgil, recuperati 4 milioni per i lavoratori

Il risultato dell’ufficio vertenze è indicativo della pesante crisi economica: si tratta di stipendi non pagati e recupero dei tfr



TRENTO. È stata di 3milioni e 931mila euro la cifra recuperata dall'ufficio vertenze della Cgil nel 2014. Un dato anche allarmante perché indicatore del perdurare della crisi che crea crescenti difficoltà alle imprese che sempre più spesso, non sono in grado di pagare nemmeno gli stipendi. Non per nulla il dato dell'anno scorso, è il più alto a partire dal 2000. A preoccupare è anche la filiera dei fallimenti che una volta avviata, coinvolge i fornitori aprendo situazioni di crisi anche in altre aziende. Per il segretario della Cgil Burli, preoccupa il fatto che sempre più vertenze riguardino salari non erogati: «Mi sento di affermare che il 2014 è stato un anno orribile e come il sempre maggior ricorrere ai concordati preventivi, comporti ai lavoratori il non percepire nessun trattamento di fine rapporto». Il dato rilevato dalla Cgil è significativo, perché lo stesso sindacato gestisce il 70% delle pratiche di recupero in Trentino. Antonio Trombetta responsabile dell'ufficio vertenze ha sottolineato anche come si sia passati da recuperi crediti avviati per cause di lavoro, a procedure consensuali dal contenzioso diffuso. Esaminando i dati, il settore maggiormente coinvolto è quello edile ( 34,27% ); seguito dal metalmeccanico ( 19,84), turismo (8,90) e pulizie (8,33). Quasi alla pari gli interventi per il recupero delle spettanze di fine rapporto e quelle per il mancato pagamento delle retribuzioni: il problema è che non c'è nessuna situazione straordinaria come ha sottolineato Trombetta, ma si tratta di situazioni ordinarie evitabili se solo le condizioni aziendali non fossero di sofferenza. Tra le violazioni contrattuali, primeggia l'impugnazione del licenziamento per giustificato motivo, ma ci sono anche casi di errato inquadramento o di lavoro nero accertato. Ma non si tratta solo di interventi attivi, ma anche di consulenze. Le richieste maggiori arrivano dal controllo della busta paga o dei conteggi del tfr. Un problema nuovo sono le procedure concorsuali, specialmente quando si tratta di concordati in bianco o aperti. Spesso arrivano prima che inizi una procedura di recupero crediti e quindi il dipendente perde tutto quanto avrebbe diritto. «Si viene a creare una situazione molto delicata, perché un conto è percepire una cassa integrazione che di fatto riduce le capacità di spesa; mentre è del tutto diverso restare senza stipendio e trattamento di fine rapporto. Spesso - ha sottolineato Trombetta - quei crediti vengono portati a garanzia di prestiti anche famigliari e quando non si riesce ad incassare il problema si allarga». Un ulteriore danno è per i lavoratori stranieri per i quali al contratto di lavoro è collegato il permesso di soggiorno. Le loro vertenze, alla pari di quelle di donne lavoratrici sono in diminuzione, ma non è nemmeno questo un dato positivo perché riconducibile ad un minor numero di assunzioni. (d.p.)













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