Centro Degasperi, degrado infinito

Lo scandalo della «casa delle nuvole», colonia ora in mano ai vandali


Alessandro Maranesi


TRENTO. «Il mio unico desiderio è che questo luogo rimanga per sempre a disposizione dei giovani meno fortunati ed emarginati». Così padre Eusebio Iori scriveva nel 1958 parlando del centro Alcide Degasperi, prima colonia estiva internazionale per i giovani di vari Paesi europei partita da una colonia della Michelin. L'opera, all'epoca appena inaugurata, era mastodontica e sarebbe stata terminata solo nel 1963: 28 mila metri quadri alle pendici del monte Bondone dotate di tutto: aule, palestre, un teatro, laboratori medici e, ovviamente, stanze per far dormire i piccoli ospiti.

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Da lì a poco quella grande struttura cambiò ruolo e divenne per tutti la «casa tra le nuvole» o, un po' meno poeticamente, il preventorio per i bimbi trentini affetti da malattie come la tubercolosi. «Furono in molti a partecipare economicamente a quell'impresa: il Ministero della sanità, la Regione e la Provincia, mentre il Terz'ordine francescano dei cappuccini ne ebbe la gestione» narra Claudio De Paoli, vicepresidente di Anteas, sulla strada per la «casa tra le nuvole». Che, divenuta centro didattico per i figli degli emigrati italiani all'estero negli ultimi anni, venne chiuso nel 1996. «Fu venduto all'impresa edile Santoni di Dro. Doveva diventare un hotel e invece ora versa in condizioni criticissime» ricorda De Paoli.

In effetti, così come pietosi furono quei 28 mila metri quadri verso i più deboli, pietosa è anche la loro attuale condizione: divorati dalle erbacce, feriti nei centinaia e centinaia di vetri rotti, tanti quante le finestre prese a sassate, negli impianti elettrici strappati a forza dalla loro sede per alimentare l'ultimo dei business illegali, quello della compravendita del rame. Nei corridoi dove un tempo correvano i bambini ora corrono le moto da cross, che hanno scoperto le scalinate e gli androni per le loro evoluzioni: le tracce delle sgommate sono ovunque. Dei piccoli lavandini usati dai bimbi per lavarsi invece non c'è più traccia: distrutti dai vandali.

«Guardi, guardi che roba»: De Paoli non si dà pace, mentre gira tra le macerie della «casa tra le nuvole», tra la moquette lercia e i piccoli dipinti di Paperino e Bambi che qua e là ingentilivano la struttura. Inframmezzati dalle svastiche lasciate sulle pareti da qualche recente visitatore.

«Da quando abbiamo fatto le prime segnalazioni a giugno la situazione è peggiorata: ad esempio il locale caldaie, due mesi fa ancora integro, è stato depredato» spiega il presidente di Anteas, Giuseppe Gardumi, mentre mostra i freschi danni cui il locale è andato incontro. E lancia un appello: «Chiediamo che la Provincia dia un segnale su una realtà che oggi potrebbe diventare un centro per ospitare gli anziani in brevi villeggiature».  Un modo come un altro per rendere quella che è diventata la casa degli inferi di nuovo una «casa tra le nuvole».

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