L'INCHIESTA

Caso firme, ieri il primo interrogatorio

Sentiti dai vigili urbani incaricati dalla Procura Claudio Cia ed Emilio Giuliana, mentre Giacomo Bezzi non si è presentato



TRENTO. Primi interrogatori ieri davanti ai vigili urbani della sezione di polizia giudiziaria delegati dai magistrati Amato e Ognibene di sentire Giacomo Bezzi, Claudio Cia ed Emilio Giuliana, iscritti nel libro degli indagati per falso elettorale in merito alla vicenda delle presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la presentazione del simbolo di Forza Italia alle elezioni comunali del 10 maggio.

I tre (ma ci sarebbero altri indagati) erano stati invitati a presentarsi, accompagnati da un avvocato, presso il comando di via Maccani, nel pomeriggio. Giacomo Bezzi si è avvalso della facoltà di non rispondere: «Ho dato mandato agli avvocati di seguire il caso - spiega - nominandone due al posto di quello che mi era stato assegnato d'ufficio, ma non è che scappo: sono a disposizione di chi svolge l’indagine». Se gli si chiede se fosse stato presente al momento della raccolta di tutte le firme, preferisce il silenzio. «Sul merito non dichiaro nulla. Ho la coscienza a posto: non abbiamo rubato né fatto male a nessuno. La raccolta delle firme coinvolge un gran numero di persone, che hanno collaborato. Ne sono state raccolte tantissime e molte non le abbiamo neanche utilizzate. Questa è una bega interna alla politica: non c'è di mezzo la cosa pubblica».

Marcello Paiar, legale di Claudio Cia, fa sapere che il consigliere «è sereno perché dal contenuto degli atti di indagine nulla emerge in relazione a possibili suoi coinvolgimenti, neppure in concorso, con i coindagati coinvolti nel reato ipotizzato, poiché le firme da lui raccolte sono tutte vere. Questo conferma la sua correttezza e che eventuali anomalie riscontrate nelle firme raccolte non sono ascrivibili al suo operato». All’interrogatorio l’ex candidato sindaco ha risposto «sostenendo la propria estraneità ai fatti e facendo presente al magistrato inquirente che egli si è reso disponibile a raccogliere alcune sottoscrizioni per alcuni partiti della sua coalizione perché ne era titolato ed aveva l’autorizzazione per l’autentica delle firme».

L’avvocato Stefano Pietro Galli ha accompagnato Emilio Giuliana, già consigliere comunale anche se non nelle fila di Forza Italia: «Auspichiamo che le cose vadano in senso positivo», dichiara il legale. «Abbiamo ampiamente chiarito le circostanze che potevano far apparire che il mio assistito fosse coinvolto. Ritengo che gli inquirenti lo abbiano compreso e attendiamo di vedere qualche positiva conseguenza».

A far partire l’indagine era stata l'iniziativa di Aldo Rossi, vicecoordinatore regionale con delega ai Club di Forza Italia, che un mese fa aveva presentato alla segreteria generale del Comune un "esposto di presunte irregolarità formali nella preparazione e formalizzazione della lista di Forza Italia" sulla base - denunciava - di segnalazioni pervenutegli. Una segnalazione - aveva detto Rossi al Trentino - in cui veniva messa in dubbio la presenza «di Giacomo Bezzi o anche di altri che operassero come pubblico ufficiale, al momento della raccolta di un certo numero di firme».













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