Casa esplosa, trentino salvo
Davide Bottamedi era ad Andalo, per le vacanze: «La notizia nel cuore della notte»
TRENTO. Lo hanno svegliato di notte per accertarsi che fosse a casa, ad Andalo e non nell’alloggio che occupa assieme ad altri studenti a Padova. E quando Davide Bottamedi ha risposto al telefono, hanno tirato un sospiro di sollievo. Sì perché quel «pronto» assonnato significava per i soccorritori che Davide era vivo e non coperto dalla macerie in cui si sera trasformata la casa che avevano davanti ai loro occhi. «È una vicenda assurda - commenta Bottamedi - devo ancora capire quello che è successo ed è anche per questo che sto andando a Padova. No, io per fortuna erano a casa dai miei ad Andalo per le vacanze invernali. Quello che è successo l’ho saputo questa notte quando mi hanno chiamato per sincerarsi che io non fossi nella casa di Padova. Adesso vado a vedere cose è successo».
Quello che è accaduto è ben raccontato dalle foto che pubblichiamo. Un boato ha squarciato il silenzio della notte padovana e il Portello si è svegliato di soprassalto in un incubo. Una bifamiliare esplosa per una fuga di gas che aveva saturato i locali in via Tiepolo. Erano da poco passate le 3.30 della notte. Fortunatamente tutti i ragazzi, studenti fuori sede da Veneto, Lombardia e Trentino, erano a casa per le vacanze di Natale e l’abitazione era vuota. Ma questo lo si è saputo solo alcune ore dopo. Pertanto le prime ricerche sono state molto delicate, con la possibilità che ci fosse qualcuno tra le macerie. Svariati gli edifici vicini danneggiati dallo scoppio, ma nessun ferito, solo qualche persona anziana in forte stato di choc. Nel raggio di cento metri sono esplosi i vetri delle case, volati gli infissi, saltate le serrature dei garage. Un migliaio le persone che si sono svegliate con il boato e con le successive sirene dei mezzi di soccorso che hanno illuminato la notte.
Mentre i vigili del fuoco iniziano a verificare l’eventuale presenza di persone nella casa esplosa anche con l’aiuto dei testimoni, le forze dell’ordine contattano il padrone di casa. Si tratta di Piergiorgio Meneghetti che sta dormendo nella casa a fianco. È sotto choc, ma riferisce che non dovrebbe esserci nessuno, ma non ne è certo, visto che qualche inquilino (tutti con regolare affitto di locazione) potrebbe aver lasciato la stanza ad amici studenti. Scattano pertanto le telefonate agli inquilini. Di otto (quattro ragazzi al piano terra e quattro ragazze al primo piano), ne vengono rintracciati 5. Sono a casa loro, sono rientrati prima di Natale. Si resta con il cuore in gola per gli altri 3 che però - ormai sta albeggiando - vengono trovati dopo qualche ora. Tutti sarebbero rientrati a Padova oggi, finite le vacanze. Nel frattempo i Vigili del fuoco fanno intervenire le unità cinofile di Bologna e Reggio Emilia per escludere anche l'ipotesi che nello stabile abbia trovato rifugio qualche persona non registrata. Sul posto intervengono inoltre le unità Usar (Urban Search and Rescue) specializzate nella ricerca di persone sotto le macerie, gli stessi reparti che hanno prestato soccorso per il per il terremoto de L’Aquila. Quando si ha la sicurezza che non ci sono persone intrappolate, si inizia a rimuovere le macerie.
I pompieri trovano tracce di scoppio e successivo incendio, questo viene scritto nel verbale che finirà oggi sul tavolo del pm Francesco Tonon che ha disposto il sequestro dell’area crollata e della casa a fianco, dichiarata inagibile e dove Meneghetti viveva con uno studente universitario, che risiedeva in una porzione di villetta. Le due caldaie, una per piano, della casa distrutta erano esterne e alimentate da gas metano. Il controllo periodico sulla funzionalità era previsto a febbraio, quelli precedenti erano regolari. Si ipotizza che in questi giorni nei quali la villetta è rimasta vuota si sia saturata di gas, o per una perdita o per un rubinetto lasciato aperto, la cucina comune era al primo piano.