Carcere di Trento, 30 agenti in più 

I sindacati di settore revocano lo stato di agitazione che durava da quasi un anno



TRENTO. Nella casa circondariale di Spini di Gardolo, a Trento, sono in servizio 30 agenti in più. Il provvedimento era atteso, richiesto a gran voce da anni, oggetto di denunce e, infine, al centro di una agitazione sindacale. Un’agitazione sindacale che durava da quasi un anno. Fu proclamata infatti il 19 gennaio 2017. Le Organizzazioni Sindacali di categoria avevano protestato duramente a causa della mancanza di agenti nel carcere di Trento, a fronte di una popolazione carceraria “notevolmente superiore rispetto a quella prevista e tollerabile di 240 reclusi, così come da accordo Stato-Provincia”. I sindacati protestavano per una condizione che, ormai, era diventata insostenibile: troppi detenuti, pochi agenti. Un problema questo che riguarda la maggior parte delle carceri italiane, se non tutte. Le case circondariali, infatti, hanno dovuto fare i conti progressivamente, negli anni, con una costante riduzione del numero poliziotti penitenziari. Questo ha significato “eccessive ore di prestazioni di lavoro straordinario e non avere riconosciuti molti diritti” ricordano i sindacati. L’invio di 30 agenti in più a Trento ha risolto dunque, almeno in parte, i problemi legati all’organico in forte sofferenza. I sindacati auspicano comunque che la popolazione carceraria rientri dei limiti previsti dalla legge. L’agitazione, dunque, è stata revocata. Da ieri ufficialmente sono riaperti anche i tavoli tecnici e riprende il dialogo sindacale per l’organizzazione del lavoro, attività queste che erano state sospese a causa dello stato di agitazione che durava da un anno. Il dialogo dunque riprende perché, chiudono i sindacati “non è più procrastinabile per il corretto funzionamento della struttura”.













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