IL CANTANTE DEI POOH

Canzian: parcheggi e auto elettriche per un turismo green

Il musicista è di casa a Colfosco, in val Badia: "Bisogna cominciare a tutelare davvero la montagna"


Antonella Mattioli


TRENTO. «È ora di cominciare a tutelare le nostre montagne». Red Canzian, 64 anni, cantante dei Pooh oltre che compositore e produttore, ha gli studi di registrazione a Milano e abita nel trevigiano dove è nato, ma è in Val Badia che si sente davvero a casa. «Mia moglie vive a Colfosco ed è lì che torno appena gli impegni di lavoro me lo consentono: un giorno, quando andrò in pensione, vorrei venire a starci in maniera stabile. Per questo mi preoccupo della conservazione dell'ambiente meraviglioso delle vallate dolomitiche». Anche Canzian entra nel dibattito aperto da Alto Adige e Trentino sul traffico sui passi, che nelle giornate clou diventa insostenibile: lungo i tornanti si incrociano auto, moto, camper e pullman, sinonimo di inquinamento e rumore due cose che mal si conciliano con il silenzio e il ritmo lento della montagna. «Bisogna essere realisti - dice il cantante - non possiamo chiudere tutto, ma - dopo anni di discussione - è ora di cominciare a fare qualcosa per limitare il casino prodotto dalle moto che girano con la marmitta aperta (è stato smontato il db-killer, ovvero il silenziatore, ndr), per non parlare dei camper che girano a passo d'uomo, provocando code infinite e quando sono in valle usano gli spazi e non lasciano neanche un centesimo nei negozi e nei locali della zona».

E quale potrebbe essere la soluzione?

«Innanzitutto bisogna cominciare a creare parcheggi in valle, in modo che soprattutto chi arriva nelle Dolomiti per qualche giorno di vacanza, possa lasciare la macchina senza problemi. Meglio ancora se i parcheggi sono sotterranei, così il panorama non viene deturpato. Il modello è quello di molte località svizzere».

E poi?

«Largo a chi vuole andare a piedi o in bici». Lei a quale dei due "partiti" appartiene? «Al secondo. Nei prossimi giorni, finalmente, potrò prendermi due settimane di vacanza che passerò in Val Badia, all'insegna del relax».

Che per lei è sinonimo di?

«Per chi come me è abituato a vivere di corsa, anzi di più, la vacanza è sinonimo di giri in bici sui passi dolomitici, che vorrei fare senza essere affumicato dalle moto. E poi mi dedicherò alla scrittura del mio libro dedicato al mondo vegano. Nel programma non c'è nulla di mondano».

Lei va in bici, ma ci sono anche quelli che pur volendo non se lo possono permettere: per loro i passi rimarrebbero off -limits.

«Per loro bisogna pensare ad un servizio di bus-navetta e poi anche gli albergatori possono fare la loro parte».

Come scusi?

«Cominciando a mettere a disposizione della clientela delle auto elettriche che hanno il grande vantaggio di essere ecologiche e silenziose».

Lei ha una macchina elettrica?

«Ho un'ibrida che va a elettrico e benzina».

Non tutti gli operatori turistici delle valli dolomitiche sono d'accordo, anche perché le situazioni sono diverse: c'è chi può permettersi di puntare su un turismo ecologico perché ha una clientela di un certo tipo e chi invece non può fare discorsi troppo "filosofici" perché fatica a sopravvivere.

«Conosco perfettamente la situazione, so che tra una località e all'altra ci sono enormi differenze, per cui me ne guardo bene dal fare il talebano che vuole chiudere tutto. Io dico: cominciamo ad affrontare il problema, a trovare tra il tutto di oggi - ovvero auto, pullman, camper, moto - e il niente, una via di mezzo ragionevole. Questo nella convinzione che è importante cominciare. Serve anche a creare uno spirito di imitazione: se vedo che tutti vanno a piedi, in bici o con un'auto elettrica, comincerò anch'io a chiedermi se è il caso di continuare ad andare sui passi con un'auto o una moto che inquina e fa un rumore insopportabile. Sa qual il periodo che più amo quando sono tra queste montagne?».

Primavera e autunno.

«Appunto, perché non c'è nessuno e la montagna riprende la sua dimensione fatta di aria buona e silenzio».

Se fosse così anche in estate e in inverno, sarebbe il disastro dal punto di vista economico per chi abita qui.

«Infatti non pretendo che sia sempre così, però vorrei che si cominciasse davvero a pensare a soluzioni in grado di conciliare le esigenze di chi ci abita e la tutela di un ambiente speciale».













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