Boom di infortuni sul lavoro in Trentino

Nei primi 4 mesi del 2017 sono stati 2961 con un aumento del 10% mentre nel resto d’Italia non ci sono stati incrementi


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Invece di andare avanti, si va indietro. Il Trentino, ma anche il resto del paese, sul fronte degli incidenti sul lavoro e della sicurezza segue la marcia del gambero. Nel 2016 c’è stato un aumento del 4% e nei primi mesi del 2017 c’è stato un vero e proprio boom, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2016. Lo dimostrano i dati dell’Inail illustrati dall’assessore provinciale Luca Zeni rispondendo a un’interrogazione di Claudio Civettini. Un incremento notevole che riguarda un po’ tutti i settori, ma soprattutto l’agricoltura, a dimostrazione del fatto che c’è una minore attenzione alle norme in materia di sicurezza sul lavoro. E non si può dire neanche che è colpa della crisi visto che nel 2014 e nel 2015 c’era stato un netto calo degli infortuni. Un calo che, però, non ha trovato seguito. Anzi. Gli infortuni hanno ripreso a galoppare. L’aumento riguarda in ugual misura sia gli uomini che le donne.

L’assessore Zeni spiega che, dopo un progressivo calo del numero degli infortuni sul lavoro denunciati, in particolare a partire dal 2008, nel 2016 c’è stato un improvviso aumento del 4%. Un aumento superiore a quello medio nazionale, che è stato dell’1%. Questo è un dato che preoccupa dal momento che dimostra come dalle nostre parti c’è una minore attenzione alla sicurezza.

Ma se il dato totale del 2016 preoccupa, quello dei primi 4 mesi del 2017, allarma. Infatti l’aumento è molto superiore. L’incremento riscontrato è stato del 10% rispetto allo stesso periodo del 2016. E a preccupare ancora di più c’è il fatto che a livello nazionale non c’è alcun aumento in media. Aumenti si registrano in alcune regioni del nord, ma in misura molto minore rispetto al Trentino. Da questi dati si evince che c’è un problema e anche grande. Da sempre, infatti, il numero di infortuni sul lavoro viene indicato come un indice di civiltà e rispetto dei diritti dei lavoratori. Il forte aumento di questo genere di infortuni dimostra come si faccia sempre meno attenzione alla sicurezza.

Zeni spiega che non è stata registrata una diversa incidenza degli infortuni sul lavoro tra uomini e donne. Nei primi 4 mesi del 2017 gli infortuni denunciati per le donne sono stati 1.133 contro i 1.026 dei primi quattro mesi del 2016. Gli infortuni dei maschi sono stati 1.828 contro i 1.662 dei primi quattro mesi dell’anno precedente. Zeni ammette che è una situazione allarmante: «Il fenomeno preoccupa lavoratori, datori di lavoro e gli enti preposti ed è in corso di approfondimento, in attesa di disporre di dati più stabilizzati». L’assessore, però, spiega che non ci sono elementi che facciano pensare al fatto che l’aumento sia dovuto al fatto che prima non venivano denunciati.

Per quanto riguarda i vari settori, Zeni spiega che l’aumento non riguarda principalmente l’industria e l’artigianato, ma soprattutto il terziario, il settore dei servizi e l’agricoltura in cui l’aumento è più sensibile.













Scuola & Ricerca

In primo piano