Bolzano: traffico di droga e 'ndrangheta, arrestato colonnello dei carabinieri

Si tratta di Luigi Verde, di 57 anni, responsabile della logistica della Legione Trentino Alto Adige. Ad arrestarlo sono stati i suoi stessi colleghi del comando provinciale di Bolzano: nell'alloggio di servizio trovate anche armi da guerra ed esplosivo



BOLZANO. C'è un colonnello dei carabinieri in servizio al comando della Legione di Bolzano tra le persone fermate da guardia di finanza e carabinieri per l'esecuzione di una ottantina di provvedimenti disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Si tratta di Luigi Verde, di 57 anni, responsabile della logistica della Legione carabinieri Trentino Alto Adige, in servizio alla sede regionale nella caserma di via Druso. Ad arrestarlo sono stati i suoi stessi colleghi del comando provinciale di Bolzano.

L'ufficiale, secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe svolto un ruolo, in particolare, nei trasporti di droga. Verde avrebbe gestito il trasporto a Roma di una partita di cocaina da Fiumicino a Cinecittà. Il quantitativo di sostanza stupefacente, secondo quanto è emerso dalle indagini, è stato portato da Fiumicino, dove era giunto con un volo proveniente dal Venezuela, nel quartiere Cinecittà e preso in consegna da alcuni affiliati alla 'ndrangheta.

Armi da guerra ed esplosivo nella sua abitazione. Nell'alloggio di servizio dell'ufficiale sono stati trovati, nel momento dell'esecuzione del provvedimento di fermo, un mitra, due bombe a mano, 13 granate, una pistola, cinquecento grammi di plastico e varie campionature di esplosivo.

''Il ritrovamento dell'esplosivo e delle armi in casa di Verde - hanno detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli - ha rappresentato una sorpresa anche per noi. E' chiaro che la circostanza apre adesso nuovi scenari nell'ambito dell'indagine e sarà nostro compito adesso capire per conto di chi e perché Verde detenesse questo materiale''.

Secondo i magistrati, inoltre, Verde, nell'acquisizione e nella detenzione delle armi e dell'esplosivo che nascondeva in casa, non si è avvalso di alcuna complicità. L'arresto di Verde è avvenuto dopo una perquisizione domiciliare da parete dei suoi colleghi del comando provinciale, in collaborazione con la guardia di finanza. L'udienza di convalida dell'arresto è prevista per domani a Bolzano.

I legami con la 'ndrangheta. L'organizzazione criminale faceva capo alle cosche Muto e Chirillo della 'ndrangheta ed aveva la sua base operativa a Cetraro (Cosenza), il paese della costa tirrenica base operativa di Muto, definito ''il re del pesce''.

Alle persone contro le quali sono stati emessi i provvedimenti di fermo viene contestata l'associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga ed armi, ma non al colonnello Verde.

Lo stratagemma del diplomatico liberiano. Secondo gli inquirenti nel traffico di droga veniva millantato anche il coinvolgimento di un fantomatico diplomatico liberiano. Il sistema era stato escogitato da uno dei fermati nell'operazione, Giuseppe Parmesani, per tranquillizzare Verde, che doveva ritirare la droga a Roma per poi consegnarla all'organizzazione.

Parmesani, in un interrogatorio svoltosi nell'ottobre del 2009, riferisce ai magistrati che ''per quanto mi ha riferito Ossola, con il Colonnello Verde era sorta un'amicizia, i due parlavano sovente di diversi affari illeciti; in particolare, Ossola mi diceva che il Colonnello richiedeva di procuragli dei titoli di provenienza illecita, poiche' egli aveva modo di cambiare per contanti''.

''Insieme ad Ossola - prosegue Parmesani nell'interrogatorio riportato nel decreto di fermo - abbiamo tentato di accontentare il Colonnello e cioe' abbiamo predisposto un nominativo, di fantasia, di un 'diplomatico liberiano' che sarebbe stato il destinatario di un pacco, spedito da Caracas, contenente lo stupefacente. Il pacco avrebbe formalmente contenuto dei libri che sarebbero risultati essere spediti dall'Università di Caracas e destinati, appunto, al diplomatico liberiano''.

Verde già assolto in un precedente processo. Nel 2003 il colonnello Verde era stato assolto a Sondrio dall'accusa di omessa denuncia di reato e falsità ideologica. Secondo l'accusa, Verde, comandante provinciale dei carabinieri di Sondrio dal settembre 1999 al settembre 2001, avrebbe ritardato di circa un anno di denunciare un suo sottoposto, un capitano all'epoca comandante del reparto operativo dei carabinieri di Sondrio, che aveva tenuto per sé una somma di denaro ottenuta in prestito dalla Banca Popolare di Sondrio per indagini in realtà mai delegate dai magistrati.

Il pm aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Il giudice aveva però accolto la tesi dell'avvocato difensore, assolvendo l'imputato da entrambe le accuse.













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