Bolzano, molotov contro il centro profughi

Tre ordigni lanciati all’alba da ignoti. Non ci sono danni. Sul posto i carabinieri e la Digos di Bolzano



BOLZANO. Ignoti hanno lanciato questa mattina all'alba tre molotov contro il centro profughi di Vandoies, in val Pusteria. Non vi sono feriti e i danni sono limitati. Sul posto si trovano i carabinieri, la Digos di Bolzano e il responsabile della Provincia di Bolzano per i rifugiati, Karl Tragust.

Sono stati 201 i profughi in fuga dal Nord Africa che nel corso dell'ultimo anno sono arrivati in Alto Adige. 153 vengono ancora ospitati nelle diverse strutture. All'Alto Adige è stato "assegnato" un numero di profughi pari al rapporto tra popolazione locale e popolazione nazionale (0,9%). Presso la caserma "Gorio" di Bolzano sono in 71, altri 37 sono ospitati da Casa Arnika di Merano, 21 dalla Casa del giovane lavoratore di Bolzano, 4 dal Servizio di prima accoglienza di Bolzano (ex Saetta) mentre altri 20 profughi hanno trovato posto a Vandoies.

Le forze dell’ordine stanno indagando sul movente. Non risulta per il momento che in passato ci siano state tensioni tra la popolazione locale e gli ospiti del centro, una ventina di rifugiati libici. L’attentato è avvenuto nella notte poco dopo le 00.30. Ignoti hanno lanciato tre bottiglie incendiarie dalla vicina strada statale contro la palazzina.

Una molotov si è frantumata contro la facciata al secondo piano, mentre le altre due bottiglie sono finite in giardino. Una non si è rotta. I danni materiali sono molto limitati, solo qualche bruciatura. Gli ospiti del centro si sono subito accorti del fatto e hanno ancora sentito dei passi che si allontanavano in fretta lungo la strada. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che ora invieranno le bottiglie incendiarie al laboratorio scientifico. Indaga anche la Digos di Bolzano, coordinata da Giorgio Porroni.

Il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder si dice colpito e condanna l’attentato contro il centro profughi di Vandoies con la massima decisione. Durnwalder, in viaggio per Bruxelles per partecipare al Comitato delle Regioni a Bruxelles, ha appreso la notizia durante lo scalo a Francoforte e ha condannato l’attentato con la massima fermezza: «Devo prendere atto con grande rammarico che simili episodi possono accadere anche in Alto Adige e a maggior ragione ribadisco: siamo davanti a un comportamento indegno per una persona», afferma il governatore.

Durnwalder si dice tanto più sopreso in quanto a Vandoies, in tutti questi mesi, la presenza dei profughi si era ben combinata con la comunità locale. «Questo attentato non fa certo onore alla nostra provincia», prosegue il presidente. Proprio in Alto Adige, osserva Durnwalder, deve essere grande la comprensione verso le persone in fuga dai regimi che disprezzano i diritti umani: «La nostra terra ha sperimentato direttamente quali conseguenze possono avere l’intolleranza e la dittatura». Infine il presidente ribadisce che «i responsabili di questo gesto, chiunque essi siano, devono sapere che il loro gesto si rivolge anche contro la comunità locale, che con decisione lo respinge».

Il sindaco di Vandoies Walter Huber si è detto sconcertato per l’attentato incendiario contro il centro profughi e ha condannato questo gesto «contrario al senso di umanità». «Il clima tra i rifugiati e la popolazione - ha detto - è disteso e la convivenza funziona bene. Riserve di alcuni cittadini nei confronti dei tunisini sono state velocemente superate».

Il primo cittadino ha ricordato alcune iniziative della Caritas e della scuola media, che aveva invitato i profughi che avevano raccontato ai ragazzi della loro vita. Gli ospiti del centro erano inoltre impegnati in lavori per la cura del verde pubblico e d’inverno spalavano la neve dai marciapiedi. Il sindaco dubita che l’attentato possa essere stato compiuto da gente del posto.













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