Bloccati in parete, rifiutano i soccorsi
Tre Cime. Una coppia di alpinisti spagnoli è rimasta bloccata in parete per quasi tre giorni. I due hanno rifiutato i primi tentativi di soccorso con l’elicottero credendo di essere vicini alla cima. Alla fine ieri pomeriggio il recupero
Belluno. Alla fine sono stati recuperati con l'elicottero e portati al sicuro, ieri pomeriggio, dopo un’estenuante confronto con Soccorso alpino e sanitari, che da oltre 48 ore li stavano monitorando e avevano offerto loro la possibilità di tornare a terra.
I fatti
Stiamo parlando dei due alpinisti spagnoli bloccati da tre giorni in parete sulle Tre Cime di Lavaredo. L'intervento di recupero è stato effettuato dall'equipaggio di un elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano, sfruttando un momentaneo varco nella nebbia. Gli scalatori avrebbero spiegato di aver rifiutato volontariamente due volte il soccorso perchè convinti, erroneamente, di essere arrivati a un passo dalla vetta, anche se in realtà mancavano ancora due tiri di corda piuttosto impegnativi. L'elicottero è riuscito nella difficile manovra di avvicinamento alla parete della Cima ovest, a 2.750 metri di quota, dove i due erano bloccati. Sbarcato su una cengia, il tecnico di elisoccorso li ha raggiunti e fatti spostare in un punto più agevole per l'imbarco, avvenuto subito dopo. Gli alpinisti stanno bene e sono stati trasportati al Rifugio Auronzo.
Le chiamate
Domenica sera alle 20.20 circa il capo del Soccorso alpino di Auronzo era stato contattato nuovamente dai due alpinisti spagnoli, per il cui mancato rientro dalla Cima Ovest di Lavaredo era scattato l'allarme la notte precedente. La coppia, 45 anni lui, 36 lei, di Barcellona, che domenica mattina - individuata dopo una notte all'addiaccio a metà della Via Cassin - aveva rifiutato il recupero con l'elicottero per proseguire autonoma nella scalata, aveva raggiunto la cengia alta, ma si trovava in difficoltà e chiedeva informazioni sul rientro. Dalle foto ricevute, i soccorritori avevano capito che i rocciatori si trovavano dalla parte opposta rispetto alla normale.
La paura
Dopo aver spedito loro due relazioni, spiegando dove si trovavano esattamente e cosa avrebbero dovuto fare, li hanno invitati ad attendere e ripartire all'alba, per non mettersi in condizioni di rischio dato che avevano già passato una notte in parete. Dopodiché è stato chiesto al personale del Rifugio Auronzo di andare a tranquillizzare i genitori dell'uomo, la cui madre già ieri mattina aveva avuto un malore. Ieri mattina i soccorritori hanno mandato un messaggio al rocciatore per sapere come stavano. Non ricevendo risposte, è stata effettuata una nuova perlustrazione. Appena individuati, anche questa volta, pur essendo poco distanti da dove si trovavano ieri sera e malgrado il tempo in peggioramento, gli scalatori hanno rifiutato di essere imbarcati. Più tardi l'uomo ha iniziato a mandare foto per far capire la propria posizione e avere indicazioni. Su sollecitazione a chiedere subito l'intervento del 118, l'alpinista non ha più risposto. Alla fine, fortunatamente, è avvenuto il recupero.