Aziende, porte chiuse dalle banche

La Provincia corre in soccorso: altri 15 milioni per dare risposta a tutti


Chiara Bert


TRENTO. Le banche chiudono i rubinetti del credito e la Provincia corre in soccorso delle imprese. Sale da 15 a 30 milioni il finanziamento dei prestiti partecipativi, per coprire tutte le 534 domande presentate dalle aziende: rispetto ai 100 milioni di mutui previsti, le richieste hanno raggiunto i 200 milioni. «Negli ultimi mesi le banche non hanno concesso i fondi», commenta l'assessore Olivi.

La decisione è stata assunta ieri dalla giunta su proposta degli assessori Olivi, Mellarini e Panizza: la Provincia accoglie tutte le domande presentate dalle imprese, finanziando la differenza non garantita dalle banche e proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2012) il termine per le aziende per stipulare i contratti di mutuo.  In Piazza Dante nessuno nasconde la preoccupazione.

I prestiti partecipativi, varati nel 2009 dopo lo scoppio della crisi per abbattere gli interessi sui mutui del 15%, sono uno strumento di politica economica considerato fondamentale per sostenere la patrimonializzazione delle imprese, un modo per far fronte al problema delle aziende trentine che hanno uno scarso livello di capitalizzazione. Ad oggi però lo scoglio da superare è quello del credito. O meglio del mancato credito alle aziende.

«Rispetto al plafond di 100 milioni inizialmente messo a disposizione - ha ricordato l'assessore all'industria Alessandro Olivi - la sorpresa positiva sono state le 534 domande di mutuo delle aziende presentate ai Confidi, per un volume di finanziamento che ha raggiunto i 200 milioni». «Purtroppo - ha aggiunto l'assessore - negli ultimi 3-4 mesi il credito non ha assecondato questo processo». Tradotto: le banche non hanno concesso liquidità alle imprese.

Di qui la decisione della Provincia di andare in soccorso delle aziende, in primo luogo finanziando la differenza necessaria a coprire tutte le richieste di mutuo: vengono raddoppiati i 15 milioni di euro inizialmente stanziati, passando a 30 milioni. È stato anche modificato il termine previsto per l'accensione dei mutui, che era stato fissato entro la fine di quest'anno ed è stato spostato al 31 dicembre 2012. Con la delibera approvata ieri viene dichiarata conclusa l'operatività degli strumenti di riassetto finanziario messi a punto tra il 2008 e il 2009: dunque si chiude il bando e non saranno più accoglibili nuove domande di intervento, ma i prestiti partecipativi diventeranno misure strutturali con i nuovi criteri previsti dalla riforma degli incentivi la cui approvazione è prevista ad inizio 2012.

«La scelta della giunta - spiega Olivi - vuole essere un chiaro messaggio al mondo del credito. La finanza pubblica si impegna a sostenere le imprese per rafforzarsi patrimonialmente, con nuovi fondi, ma ciò non potrà avvenire se le banche non sbloccheranno i mutui sospesi». E alle banche ricorda che «avere aziende patrimonializzate significa avere aziende più solide».

Per l'assessore Tiziano Mellarini «il provvedimento denota la costante attenzione nei confronti di un comparto trainante come il turismo, a cui si legano quelli dell'artigianato, dell'industria, dei servizi, in una sinergia da cui trae vantaggio tutta la piattaforma produttiva del Trentino». «Le imprese trentine - aggiunge l'assessore alla cultura Franco Panizza - credono nella crescita come risposta competitiva alla crisi. È questo l'atteggiamento giusto per rilanciare l'economia trentina e la Provincia intende continuare a sostenerlo». Ma considerato che le risorse pubbliche saranno sempre meno, resta da risolvere il problema del credito, operazione già avviata dalla giunta Dellai, che qualche settimana fa ha chiamato a raccolta il mondo della finanza trentina.













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