Austostazione, spaccio e degrado
La vita parallela della struttura frequentata da tossicodipendenti, senza tetto e balordi sia all'esterno che all'interno
TRENTO. In ogni tipo di professione ci sono giorni della settimana che, per vari motivi, sono più importanti degli altri. Se sei uno spacciatore e operi sulla “piazza” di Trento, il giorno clou è il venerdì. Il venerdì pomeriggio, per la precisione, quando da Verona, Milano e Brescia arrivano in città i rifornimenti di stupefacente. I fornitori salgono in città in treno e poi, percorse decine di metri, raggiungono la pensilina davanti alla stazione di Trentino Trasporti dove, ad attenderli, ci sono gli spacciatori in fila che raccolgono la “roba”, la pagano e subito ripartono per distribuirla nelle varie zone della città.
Si tratta di un piccolo esercito di magrebini e emigrati dell'Africa subsahariana e alcuni di loro si sparpagliano nella vicinissima piazza Dante dove gruppetti di clienti li attendono sulle panchine, pronti a disperdersi all'avvicinarsi delle forze dell'ordine e a ritrovarsi pochi istanti dopo dall'altra parte della grande area verde. Accade tutti i venerdì.
Ma nella sempre affollata stazione degli autobus non accade solo questo. Mentre centinaia di persone arrivano e partono con i mezzi pubblici, infatti, c'è un'altra stazione che vive in una dimensione parallela. Una stazione fatta di emarginazione, tossicodipendenza, illegalità e disperazione. Un luogo che proprio come accade nella stazione ferroviaria - di cui abbiamo scritto ieri su queste pagine - diventa rifugio per chi non ha una casa, ma anche luogo dove “bucarsi” o dove nascondere la droga.
E così, capita non di rado che ragazzi si nascondano tra le macchine dei dipendenti, nello spazio accanto agli autobus sull'angolo di piazzale che confina con il giardino dell'Abbazia di San Lorenzo, per iniettarsi l'eroina e debbano poi essere soccorsi dai sanitari del 118. Altri, invece, cercano la privacy proprio sotto la lunga siepe dietro l'edificio sacro e, anche in questo caso, è accaduto in più di un'occasione che siano stati visti da autisti o dall’unica guardia giurata della Cvn che svolge servizio alla stazione, ormai esanimi.
Quello è il fronte nord della stazione, ma sul fronte ovest, quello verso i binari della ferrovia, le cose non vanno meglio. Lì, nell'angolo più a sud, quasi sotto il cavalcavia di San Lorenzo, c'è una minuscola struttura in cemento con attorno ad un altrettanto minuscolo spazio recintato, trasformato spesso in un deposito di immondizie. La Trentino Trasporti è stata costretta a chiudere il cancello perché, anche lì, in molti entravano per bucarsi.
Qualche metro più in là, una fontanella, usata per gli scopi più disparati e in qualche caso difficilmente descrivibili. Sul lato sud, la “zona calda” è rappresentata dalla rampa di prato che divide la stazione stessa e la carreggiata del cavalcavia. Un’area “quasi” franca, lontana da occhi indiscreti e protetta da alcuni alberi, dove è possibile andare a bucarsi (numerosi gli interventi dei sanitari del 118) o andare a sbronzarsi e trascorrere ore in stato di semi incoscienza. Fino a poco tempo fa, balordi, sbandati e tossicodipendenti trovavano riparo anche in quella sorta di “tunnel” che è l’intercapedine e la strada, il cui imbocco si trova poco lontano dalle strisce pedonali. Ma almeno quello è stato chiuso con una grande ed efficace cancellata.
Ma il degrado non è solo all’esterno della struttura. Anche dentro, e in particolare nei bagni, disperati e spacciatori si muovono con una certa tranquillità. E poco importa che ai servizi igienici si possa accedere teoricamente solo utilizzando la tessera magnetica dell’abbonamento: novità introdotta lo scorso anno per cercare di mettere un freno al degrado. I servizi erano e restano il luogo di scambio ideale per gli spacciatori che nascondono lo stupefacente un po’ ovunque: ogni anfratto va bene e poco importa se Trentino Trasporti ha via via sigillato scatole elettriche e grate d’aerazione.
La fantasia di chi lascia le dosi e poi ripassa a prendere il denaro non ha limiti e ultimamente le confezioni di droga vengono sistemate negli scarichi degli orinatoi a muro, dopo aver sollevato la piccola griglia sistemata all’interno dell’apparecchio sanitario. Che per questo ogni tanto si intasano, con risultati facilmente intuibili. Ma nei bagni ci si buca (tracce di sangue sono state cancellate dai muri anche di recente) e si consumano pure rapporti sessuali mercenari e poco importa se, in alcuni momenti della giornata, ci siano in giro moltissimi studenti, tanti giovanissimi. I controlli sono continui, ma per arginare il fenomeno ci vorrebbe una persona fissa nei bagni. Una persona in grado di impedire anche che senzatetto e tossicodipendenti si facciano il bidet nei lavandini. La situazione è grave, insomma.