Assalto animalista contro il Cimec

Manifesti e striscioni contro la vivisezione sui muri della ex Manifattura


Luca Marsilli


ROVERETO. Ci vorranno anni per vedere i laboratori allestiti. E mesi per sapere che cosa l'Iit si propone di fare nella ex Manifattura di Sacco. Ma al mondo dell'animalismo estremo è bastato sapere che gli studi coinvolgeranno delle scimmie per pronunciare la propria condanna. La notte scorsa cartelli contro la vivisezione e striscioni di condanna per la ricerca sugli animali sono stati affissi sulle mura perimetrali della ex fabbrica. E ieri mattina le fotografie che documentavano il raid sono state pubblicate sul sito dell'associazione "100% animalisti". Con tanto di blog, con insulti assortiti. Una reazione per molti versi scontata, ma che arriva dall'esterno, nel silenzio osservato finora dalle associazioni animaliste locali. «Si tratta di sapere cosa si farà, con quali animali e perchè - spiega Claudio D'Ingiullo, dell'Eppaa - cosa che al momento non è chiara affatto. Prima di lanciare crociate, vorrei sapere dove è Gerusalemme. Pronti a opporci con la massima fermezza, se si chiarirà che in quei laboratori si maltrattano gli animali. Ma non a lanciarci in una caccia alle streghe sulla base di sole indiscrezioni su progetti ancora tutti da chiarire».  La posizione degli animalisti locali è insomma ragionevole. «Siamo convinti che studiare il comportamento degli animali in laboratorio sia scientificamente sbagliato, perchè fuori dal loro ambiente sono condizionati e quindi le risposte che potranno venire dagli esperimenti sono falsate. E' un tema ancora dibattuto ma che prescinde da come vengono trattati gli animali: si ragiona dando per scontato che non ci siano violenze ed abusi. Se invece questi abusi ci saranno, non potremo che opporci. Oggi comunque non siamo in grado di dirlo».  Irraggiungibile John Assad, il professore statunitense che guiderà il progetto Iit in Manifattura, avere chiarimenti tecnici sulle sue intenzioni non è possibile. «Siamo in una fasa ancora molto embrionale del progetto - dice Giorgio Vallortigara, del Cimec - ma mi dispiace che ci siano reazioni come quella della notte scorsa. Perchè io studio il comportamento animale da un anno e mezzo, con ranocchie, pesci e pulcini, e cura e rispetto per gli animali sono sempre stati irrinunciabili per me e per il Cimec. Ci sono protocolli rigidissimi, e controlli. Comitati etici cui sottoporre gli esperimenti. Dire che ricerca significa di per sè sevizie sugli animali, non ha alcun senso. Quello che posso aggiungere è che i laboratori di Sacco saranno sempre aperti a chiunque: massima trasparenza. E che ogni esperimento sarà spiegato e motivato. Che poi questo non basti a gruppi che pensano che l'animale può vivere solo libero e nel proprio ambiente naturale, lo capisco. Ma con visioni così estreme è difficile trovare spazio di confronto».













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