Arsenico in acqua, il problema non c'è più

Superata la deroga concessa da Roma a Trento, Canal S.Bovo e Fierozzo. Bimbi, niente divieti


Chiara Bert


TRENTO. Sorpresa: il ministero ha appena concesso la deroga fino a fine anno, ma l'arsenico nell'acqua trentina non c'è più. Da mesi i valori sono tornati tutti nei limiti nelle tre zone che in passato avevano presentato sforamenti, Trento, Canal San Bovo e Fierozzo. Sono infatti entrati in funzione i nuovi impianti di abbattimento: nessun divieto dunque, nemmeno per i bimbi sotto i 3 anni.

Questione di tempi.
La proroga concessa dal ministro della salute di concerto con il ministero dell'ambiente (e pubblicata venerdì sulla gazzetta ufficiale) è già superata. L'acqua che sgorga dagli acquedotti trentini è sicura, compresi quei casi dove la presenza dell'arsenico aveva rappresentato un problema anche nel recente passato. È dell'aprile 2010 la seconda deroga per il superamento dei limiti, concessa dalla Provincia (dopo quella del 2009) a 4 Comuni trentini, Trento, Canal San Bovo (località Gobbera), Fierozzo e Frassilongo.

I limiti. La presenza di arsenico - spiegava la Provincia - è di tipo geologico (deriva cioè dalla presenza di questo elemento nella roccia, per esempio del Lagorai) e non è pericolosa per la salute, ma era comunque superiore a quella prevista dalla legge che ammette un tetto massimo di 10 microgrammi per litro. Con l'autorizzazione dei ministeri competenti, era stato quindi concordato di aumentare provvisoriamente il limite a 50 microgrammi.

La deroga del ministero. Nel frattempo i Comuni interessati dal problema si sono attivati e in modi diversi lo hanno risolto, chi captando acqua da nuove fonti, chi mettendo in funzione impianti di abbattimento dell'arsenico. Dalla fine del 2010 i valori di arsenico sono rientrati nei limiti. Avendo la Provincia fatto richiesta di deroga al ministero oltre un anno fa, a Roma sono rimasti all'oscuro dei progressi e così due giorni fa, il ministero ha inserito anche la Provincia di Trento tra le Regioni (Campania, Lazio, Lombardia e Toscana) a cui ha concesso nuovi periodi di deroghe, nel caso del Trentino fino al 31 dicembre 2011, per far rientrare sotto i 20 microgrammi per litro i Comuni di Trento, Canal San Bovo e Fierozzo. Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e stabilisce che «l'acqua distribuita, pur nei limiti consentiti dalla deroga, non deve essere utilizzata per il consumo potabile dei bambini fino a 3 anni».

Trento. Il problema è però stato superato e quindi la deroga - come ha chiarito ieri l'amministratore delegato di Dolomiti Energia Marco Merler - «non ha più ragion d'essere perché la nostra acqua rientra nei parametri fissati dall'Ue». Il merito è del nuovo impianto di dearsenificazione di Cantanghel, entrato in funzione lo scorso 22 dicembre e costato 3,8 milioni: si tratta di uno dei più grandi d'Italia vista la portata della sorgente, 90 litri al secondo, e impiega tecnologie di ultima generazione: i filtri, di ossido di ferro incollato a palline di resina di plastica, catturano l'arsenico disciolto in acqua, fino alla loro saturazione.

Canal San Bovo. Tranquillo anche il sindaco di Canal San Bovo Mariuccia Cemin: «In attesa del completamento dell'acquedotto, i cui lavori andranno in appalto entro agosto e richiederanno un paio d'anni, da prima di Natale abbiamo attivato dei dearsenificatori temporanei che stanno dando ottimi risultati. I controlli sono costanti e confermano che l'arsenico è stabilmente sotto i 10 microgrammi». «Per questo - conclude - non c'è necessità di attivare nessuna procedura, compreso il divieto di bere acqua potabile per i bambini sotto i 3 anni. Non creiamo allarmi inutili».

Fierozzo. Dal Vanoi alla val dei Mocheni. Anche qui i sindaci di Fierozzo e Frassilongo avevano annunciato lo scorso novembre che la situazione nei loro paesi era tornata sotto controllo dopo l'allarme. A Frassilongo l'acqua non viene più captata nei pressi del rio Molini ma sotto la Panarotta, e miscelata con quella filtrata. A Fierozzo sono terminati i lavori di risanamento dell'acquedotto per ridurre l'arsenico: costo 1 milione di euro.

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