REATI AMBIENTALI

Arco, la Procura sequestra la discarica della Maza

Grave impatto ambientale, tre persone indagate


Daniela Ricci


ARCO. Con un ordine eseguito ieri dai carabinieri del Noe di Trento, la Procura di Rovereto ha posto sotto sequestro preventivo la discarica comprensoriale del C9. Un provvedimento grave (la «Maza» di fatto è chiusa e i rifiuti dovranno essere smaltiti altrove) preso nell’ambito dell’inchiesta in cui risultano indagate tre persone: il titolare della Sogap Savio Lucio Piana e i funzionari del Comprensorio Rudi Brunelli e Paolo Nino Copat.
 Non è il caso di allarmarsi troppo, la discarica non è ancora una “bomba ecologica” che minaccia la salute pubblica. Tuttavia, come scrive il procuratore capo Rodrigo Merlo, si è generata «una situazione assolutamente insostenibile di grave impatto ambientale». E a causarla, secondo il magistrato, sarebbe stata, in primo luogo, la condotta negligente e dolosa di Piana in veste di responsabile dell’impresa, la Sogap appunto, che ha in appalto il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti del C9. Piana, scrive Merlo, «ha agito...per ragioni di profitto dovute all’irresponsabile finalità di conseguire un maggior vantaggio economico dal risparmio delle spese di manutenzione nel corso degli anni, pur avendo regolamente riscosso i corrispettivi dovuti dall’ente concessionario».
 A cosa si riferisce Merlo è presto detto. Nel corso di sei sopralluoghi effettuati dall’ottobre scorso al 9 febbraio, i Noe hanno accertato una serie di violazioni alle norme in materia di smaltimento dei rifiuti, specialmente del percolato, il rifiuto liquido che potremmo definire il “distillato” tossico dell’ammasso di immondizia. I Noe hanno scoperto che: 1) il percolato, anziché essere pompato dalla vasca di raccolta e portato al depuratore per essere smaltito regolarmente, veniva ributtato in discarica; 2) il percolato non era controllato, ma tracimava dalla base della discarica depositandosi nella campagna confinante con la discarica, finendo nelle acque del torrente Salone e penetrando nella falda acquifera sotterranea; 3) i sistemi di drenaggio e captazione del percolato non sono efficienti, anzi la mancata manutenzione ha provocato il cedimento strutturale e l’ostruzione delle condotte di smaltimento, e la lacerazione della guaina protettiva interposta fra le tubazioni e le controtubazioni.
 Il ruolo che la Sogap, ovvero Piana, avrebbe avuto in tutto questo lo abbiamo già riferito. Per quanto riguarda Rudi Brunelli (fino al novembre 2009 capo dell’ufficio del C9 che segue e controlla il funzionamento del servizio rifiuti nella sua globalità: si è dimesso proprio in seguito all’aggravarsi dei problemi della discarica) e del segretario generale del C9 Paolo Copat, che mancando un successore di Brunelli se ne è accollato le mansioni, il Pm ritiene, semplicemente, che essi non abbiano vigilato sull’attività della Sogap, su gestione e risultati del servizio. Non l’hanno fatto, insiste Merlo, neppure dopo il clamore mediatico sollevato da emergenze varie e dopo che l’Appa ha reso noto il risultato delle analisi sui campioni prelevati dai pozzi e dalle campagne allagate, ossia il superamento della concentrazione massima consentita di diverse sostanze inquinanti tra cui ferro, manganese e azoto. (d.r.)













Scuola & Ricerca

In primo piano