Altroconsumo:a Trento la spesa è tra le più care d'Italia

La spesa media a Trento è di 6.343 euro, a Bolzano di 6.322, a Sassari di 6.646. Sono i dati di Altroconsumo. L’associazione dei consumatori ha monitorato i prezzi in 926 punti vendita in 62 città in Italia, durante il mese di maggio



TRENTO. Piange il carrello della spesa a Trento e Bolzano, tra le più care d’Italia. I nostri supermercati hanno in media prezzi del 20% in più delle città più economiche e tra queste in vetta è Verona. Noi siamo in compagnia di Lecce, Messina e Sassari, città del Sud care come il Nord. La spesa media a Trento è di 6.343 euro, a Bolzano di 6.322, a Sassari di 6.646. Sono i dati di Altroconsumo.
L’associazione dei consumatori ha monitorato i prezzi in 926 punti vendita in 62 città in Italia, durante il mese di maggio. Ora i dati raccolti tra supermercati, ipermercati e hard discount sono stati elaborati e offrono una fotografia per niente scontata dell’Italia alle prese con il pane quotidiano, costi tra i più pesanti per le tasche degli italiani.
Se, come accennato, il carrello a Trento e Bolzano è caro, la sorpresa è che siamo a livello di molte città del Sud, che la vulgata vorrebbe più economiche. Altroconsumo, riferendosi alla spesa media Istat, di 6.300 euro a famiglia nel 2009, evidenzia che la città più conveniente è Firenze con spesa media di 5.725 euro. Una differenza di quasi 1.000 euro rispetto alla più cara, Sassari, dove la spesa media è di 6.646 euro. Noi non stiamo tanto meglio: fare la spesa costa in un anno a Trento costa in media 6.343 euro, a Bolzano 6.322.
L’inchiesta premette che con il potere di acquisto delle famiglie ridotto del 2,6% nell’ultimo anno, secondo l’Istat, e con il 17% di quest’ultime che fatica ad arrivare a fine mese, è determinante poter puntare sull’offerta più conveniente.
Ed allora l’ulteriore dato interessante, è la percentuale del risparmio tra il negozio più caro e quello meno. Anche qui per Trento e Bolzano le cose non vanno meglio: se 100 è il valore con cui si identifica il punto vendita più economico, per noi i prezzi sono mediamente più cari del 19 e del 24%, a Bolzano la situazione è più o meno uguale, con oscillazione tra il 18 e il 25%.
Il raffronto con le città più economiche è impietoso: torniamo a Firenze, che ha il costo annuo più basso. Nei negozi più economici si risparmia anche il 32%, cioè 1.622 euro, rispetto ai miseri 288 euro di Trento e i 384 di Bolzano. Si dirà, la nostra regione è fuori dai grandi nodi della comunicazione per il trasporto delle merci, la frutta e la verdura che arriva dal Centro Sud, costa di più.
Il discorso non vale, però, visto il confronto con Firenze, ma nemmeno con una città come Verona, che è quella con il punto vendita più conveniente di tutta Italia. La differenza tra i negozi più economici è del 23% in meno, con possibilità di risparmio di 1.204 euro l’anno. (Per approfondire qualche altro dato, si veda tabella in alto, ndr.)
Ma veniamo ai supermercati di Trento. In città i «più economici» sono il Superstore di via Degasperi e il Poli di via Brugnara (ex Italmarket), dove il rincaro è solo del 19%, cioè nella media. I costi aumentano gradualmente al Pam di via Trener (20%), all’Orvea di via del Brennero, all’Eurospar di viale Verona, al Poli di via Soprasasso (dal 21 al 23%), per arrivare ai più cari che sono il Poli di via 3 Novembre e il Billa di via Brennero (24%), definiti non convenienti. A Bolzano si va dall’Interspar di via Buozzi e gli Eurospar (con una media di prezzi più alti del 18-19%), fino al Poli di via Del Ronco e al Despar di via Battisti (24-25%), considerati non convenienti.
In definitiva, alle nostre latitudini non abita la concorrenza. Chiediamo a Luigi Pavan, direttore generale della Cooperazione, un commento. «La prima considerazione - afferma - è che non si può fare un confronto con punti vendita che per metratura, servizi, inquadramento del personale, non sono omogenei. Se mi dice che Verona è la città più conveniente, rispondo che l’offerta lì è strutturata su tre competitori, con dimensioni in media di 2.500 metriquadri, ma con merce esposta sui pallets. Ma è una situazione diversa da Padova o da Brescia. In una zona di benessere come la nostra non può esserci una competizione esasperata e se dovessero arrivare ipermercati come Carrefour o Auchan, dovrebberoanche loro investire risorse, non regalerebbero certo i prodotti».

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