Altro che videogames: la magia si chiama Subbuteo

In corso nella palestra di Besenello le fasi interregionali del gioco con sei squadre del nord Italia


di Paolo Trentini


BESENELLO. Dal calcio giocato coi piedi a quello con le dita la distanza è meno ampia di quanto si possa pensare. Basta osservare quanto accade nella palestra di Besenello dove in questi giorni si stanno svolgendo le fasi interregionali di Subbuteo con sei squadre provenienti dal nord Italia. Lo sforzo è diverso così come la cornice, ma l'impegno e l'agonismo di chi gioca vi possiamo assicurare che è lo stesso così come sono identiche le divise. Pantaloncini e maglietta non mancano anche se i movimenti nel "table soccer" sono molto più contenuti rispetto a quello sull'erba. Non sono più gli anni '90 quando il Subbuteo era presente in tutte le case dei ragazzini italiani e si disputavano i tornei nazionali organizzati dal Guerin Sportivo. Però dal 2012 questa disciplina è rinata. Ovviamente si tratta di un gioco diverso da quello di 20 anni fa. Diverse sono le miniature, più pesanti e quindi più stabili che consentono movimenti più precisi, così come il portiere è in metallo e non più in plastica. Cambiati protagonisti in campo sono cambiate anche le regole, diverse da quelle di 20 anni fa e più spettacolari. Anche i giocatori sono cambiati, se prima erano adolescenti o poco più adesso sono adulti: «Ci sono due tipologie di giocatori – spiega Ismaele Caurla del Trento Subbuteo – gli agonisti e i collezionisti. I primi affinano la tecnica, giocano per ore, provano e riprovano ogni colpo e a ogni gol rete segnata esultano come i calciatori di Serie A. Gli altri hanno le miniature perfette, passano il tempo a dipingerle, magari hanno kit con tribune con spettatori personalizzati e collezionano squadre risalenti agli anni '60 e prendono le partite come un passatempo. Sono le due facce del gioco e sono i motivi che possono spingere i più giovani, che magari ma sono cresciuti con i videogames. Rispetto a un videogioco magari è meno immediato, ma il calcio in miniatura è ugualmente coinvolgente. In più, a differenza dei videogiochi il Subbuteo permette di riunirsi in gruppi anche di 30 persone come questo, aspetto non indifferente, senza contare che le miniature sono sempre più simili ai personaggi reali. Io, per esempio, ho ricostruito il Chelsea che due stagioni fa ha vinto la Champions League e vi assicuro che il risultato è davvero entusiasmante».

La passione per il pallone è fondamentale per capire questo gioco e se si pensa a quanto piace il calcio in Italia si capisce perché sia stato così popolare: «Come molti altri giocatori – conclude Caurla – io ho ereditato la passione da mio padre che aveva comprato la scatola base. Allora ero un ragazzino e a 20 anni ho smesso perché ho preferito altre attività. Da ottobre abbiamo ricominciato con il Subbuteo Trento, società affiliata alla federazione. Non sono più gli anni '90 ma ci sono ancora molti appassionati in tutt'Italia e questa giornata lo conferma. Purtroppo il Subbuteo è tornato in auge da poco e pochi sanno che esistono società come la nostra che si ritrovano ogni mercoledì sera per giocare. Sono convinto che molti appassionati potranno rispolverare le loro vecchie squadre e rinfoltire il gruppo».

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