All’asta villa e mobili di Ines Fedrizzi

Accordo sull’eredità Giovannoni: tutto, dalle tele a piatti e bicchieri, sarà messo all’incanto. Anche la lavagna della pittrice


di Mara Deimichei


TRENTO. Era un cenacolo di artisti, ma anche di grandi cene attorno ai lunghi tavoli di legno e un luogo di incontro di mondi diversi. Come nel 1988, quando in occasione della mostra retrospettiva di Remo Bianco le ballerine della Scala si esibirono in cortile, sul pavimento di legno creato appositamente da Gualtiero Giovannoni. Oppure quando gli ospiti furono, tra gli altri, gli stilisti Giorgio Armani e Valentino, anche loro affascinati dall’atmosfera magica di palazzo Travaglia. Era un rudere quando negli anni Settanta lo acquistarono Ines Fedrizzi e Gualtiero Giovannoni e insieme ai loro amici si misero al lavoro per farlo tornare all’antico splendore. Ora, dopo l’accordo fra il figlio di Ines, Enzo Bolzoni e la badante della coppia Wilinska Wieslava che ha messo fine a quella che poteva essere una vera guerra per l’eredità, tutto andrà all’asta. E tutto significa non solo il palazzo (circa 1.000 metri quadri con almeno 39 stanze di cui 5 cucine con una che era stata destinata a preparare i pasti per i cani) ma anche i mobili, i soprammobili e anche tazze e piatti. Il mondo di Ines e Gualtiero sarà quindi spezzato fra quanti vorranno partecipare all’asta (il 22 e il 23 settembre, con pre asta una settimana prima, a gestirla sarà la South Tyrol Service). Ci saranno le opere d’arte con le quali sono stati riempiti i muri. E i nomi sono importanti: Remo Bianco, Bruno Colorio, Giorgio Poppi, Luigi Senesi, Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Virgilio Guidi, Lucio Fontana, Lyolen Feininger. Ma l’asta richiamerà a palazzo (le contrattazioni saranno ospitate nelle sale in parte affrescate, antica dimora Pietro Andrea Mattioli, medico di Bernardo Clesio, poi casa dei conti Travaglia) anche persone dal budget limitato. In vendita ci sono anche i mobili, come una cassapanca enorme stimata sui 400 euro, o un baule in legno che partirà da 40 euro o ancora la vecchia culla trasformata in porta riviste messa a 200 euro o la lavagna con gli ultimi appunti per i quadri di Ines ancora segnati con il gesso. Poi ci sono i bicchieri, le tazze, tutti i paioli e le padelle in rame. Tutto verrà bandito, tutto è stato prezzato per essere messo in vendita. Poi ci sono cose particolari come il quadro che le pittrice di Cognola aveva preparato per la cantina di Mezzocorona ma che è rimasto nel suo atelier in attesa di arrivare alla sua destinazione finale. E forse è arrivato il momento.

In vendita anche il palazzo. Cifre non ne vengono fatte nemmeno dall’avvocato Maurizio Pellegrini, che sta seguendo il tutto. Anche se la speranza è che si muova la Provincia per trasformarlo magari in un centro culturale. Per l’archivio di Ines (documenti e lettere) la destinazione finale dovrebbe essere quella del Mart come per alcuni inediti) mentre alcuni quadri saranno regalati alla comunità di Cognola perché ricordi l’importante artista.

Tutto il resto va all’asta. Chi offre di più?

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano