«Alberghi, più prodotti nostrani»

Storo, le richieste degli agricoltori all’assessore Michele Dallapiccola nell’affollato incontro


di Aldo Pasquazzo


STORO. Agri ’90, per gli agricoltori della Valle del Chiese, è un importante punto di riferimento.

Lo si è capito anche l’altra sera, quando alla Casa madre della farina e polenta doc, a nord di Cà Rossa di Storo, si sono trovati oltre 180 conferitori ed operatori, convenuti ad ascoltare e confrontarsi con l’assessore provinciale Michele Dallapiccola. Al di là degli addetti ai lavori, all’operazione ascolto c’erano anche diversi amministratori pubblici tra cui i rappresentanti di Condino, Brione, Praso, Daone, Bersone, Pieve di Bono, Prezzo, Roncone e Bondo. Il veterinario ed ex sindaco di Civezzano, ha confermato di essere un profondo conoscitore della realtà agricola, edha dimostrato inoltre di sapere ascoltare e poi rispondere alle varie istanze e tematiche che i rappresentanti del mondo agricolo gli hanno sottoposto.

Attraverso il “patron” di casa, Vigilio Giovanelli e il moderatore Adriano Malcotti, Massimiliano Luzzani, Nello Lolli, Pery Giovanelli, Narciso Marini e Giovanni Vicari si sono fatti portavoce delle diverse problematiche (per lo più legate a finanziamenti) che incombono sui rispettivi enti di riferimento, in tal caso Consorzi di miglioramento fondiario.

Giovanelli, sindaco di Storo, presidente di Agri 90 e decano della categoria contadina, ha sicuramente il merito di aver ridato, in quest’ultimi 20 anni, dignità alla campagna. «La coop che ho l’onore di presiedere – ha affermato - distribuisce quasi un milione e mezzo all’anno ai produttori di una terrà che era giudicata povera».

Giovanelli e Malcotti, che come politici e amministratori agiscono all’unisono, hanno risollevato la questione a loro cara per un maggior utilizzo, da parte della ristorazione trentina, di prodotti nostrani. «Purtroppo così non è», hanno sentenziato i due. «Molto spesso riscontriamo sulle tavole dei ristoranti locali polenta padana, vini dell’Oltrepò pavese o Veneto per non parlare di formaggi svizzeri o francesi, quando i nostri sono forse alla pari se non migliori».

Ancora Giovanelli e Malcotti, rivoti all’assessore Dallapiccola: «La Provincia ha gli strumenti adatti e può darsene di nuovi qualora fosse necessario, per persuadere gli operatori del turismo, che lavorare in collaborazione con l’agricoltura è e resta un bene per tutti».

Sul recupero del territorio anche gli altri relatori, che si sono succeduti (referenti dei vari Consorzi di miglioramento Fondiario) hanno fatto convergenza sia nell’evidenziare l’azione del volontariato sia nel sollecitare gli investimenti. «Negli ultimi dieci anni abbiamo fatto molti sforzi ed esposizioni, sia per la bonifica che per il mantenimento strutturale delle campagne, ma oggi – hanno detto - quando arriva un mutuo decennale si deve correre in banca a fornire garanzie e coperture. Può apparire un problema marginale, ma anche questo è un segnale del mondo che cambia».

Ad alzare la voce è stato il darzese Paride Donati, che ha attaccato la politica in ambito agricolo a sua tempo praticata da l’ex ministro e governatore del Veneto Luca Zaia.













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