Ala, ritrovata e restaurata la Cappella di San Marco
Sotto cima Selvata, serviva durante la Grande Guerra un campo di 15 mila uomini Memores ne ha recuperato i resti: venerdì presenterà la storia dell’intervento
ALA. Il paragone con Indiana Jones è fuori luogo. Ma le emozioni provate da Paolo Leonardi e dagli altri volontari dell'associazione Memores sono state le stesse di un archeologo d'avventura, quando hanno ritrovato la cappella militare di San Marco in Zugna. Il luogo sacro era stato costruito poco distante da passo Buole, dove durante la Prima guerra mondiale si trovava una cittadella di 15 mila soldati. Inghiottito dal bosco, se ne erano perse le tracce. I volontari di Memores lo hanno ritrovato e restaurato. La storia è condensata in un libro che verrà presentato venerdì, in attesa della messa che verrà celebrata domenica 2 luglio.
La cappella di San Marco sotto cima Selvata, sulla cresta che collega monte Zugna a passo Buole che fu teatro di scontri decisivi per il fronte trentino durante la Grande guerra, è stata ritrovata e restaurata dai volontari dell'associazione Memores di Ala, con un lavoro iniziato alcuni anni fa e ora giunto al termine. Adesso è tempo di raccontare questa storia, e lo faranno venerdì alle 20.30 nell'auditorium della cassa rurale Bassa Vallagarina di Ala, quando verrà presentato il libro curato da Massimiliano Baroni, intitolato “La cappella di San Marco sullo Zugna alense”. Il volumetto raccoglie la storia delle operazioni di recupero, materiale fotografico e d'archivio, tutto raccolto dagli appassionati di storia di Memores. Domenica 2 luglio, alle 10.30, dopo cento anni, verrà celebrata una nuova messa in quel luogo, dove vivevano (e purtroppo morirono) numerosi soldati, italiani ed austriaci.
Anche se del tutto occultata dalla vegetazione, la cappella era rimasta nella memoria degli storici. Citata in diversi documenti d’epoca, si era persa la memoria della posizione esatta. I volontari di Memores però non si sono scoraggiati, e le testimonianze di un appassionato di storia locale come Tiziano Bertè li convinse a mettersi al lavoro. Importanti sono stati i contributi di un ricercatore di Marco, Leo Setti, ora scomparso, e che probabilmente sapeva già anche dove si trovasse. Fino a che Paolo Leonardi ha rinvenuto i resti, a poca distanza da Cima Selvata, nel Comune di Ala, sopra la strada che porta alla località Spia. Altrettanto grande è stata l'emozione del lavoro condotto in parallelo da Massimiliano Baroni, che ha setacciato gli archivi comunali, dove sono spuntati documenti e fotografie d'epoca di cui si erano perse le tracce.