Al Tar il privato perde 5 volte su 6 

L’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel 2019 un calo drastico dei ricorsi alla giustizia amministrativa: 98 in meno dell’anno prima Il presidente Fulvio Rocco: «Siamo un’isola felice, in sei mesi arriviamo a sentenza, e non abbiamo più carichi fittizi dal tribunale di Venezia»



Trento. Calo drastico di ricorsi al Tar rispetto all’anno passato, ma il cittadino che ricorre ha sempre scarse soddisfazioni: solo il 15,2% del totale vede accolte le proprie istanze. Sono i dati salienti del Tribunale amministrativo regionale , che ieri nella storica sede di via Calepina ha inaugurato l’anno giudiziario. Il nuovo presidente Fulvio Rocco, che succede a Roberta Vigotti, ha inquadrato così i dati del 2019: «Siamo un’isola felice rispetto alla media nazionale. Abbiamo registrato un drastico calo dei ricorsi, che sono 178: 98 in meno rispetto al 2018. Ciò è dovuto in gran parte al venire meno del carico fittizio dovuto ai procedimenti alla Corte d'appello di Trento da parte del tribunale di Venezia per la cosiddetta “legge Pinto” per l’eccessiva durata dei processi. La legge prevede l’indennizzo dei danni quando il processo nei suoi tre gradi supera i sei anni complessivi. Fino all’anno precedente, Trento giudicava sui riti processuali di Venezia, circa un centinaio l'anno». Ciò andava a gravare sul funzionamento del Tar di Trento, che ora ha un carico normale: per la legge Pinto ci sono 3 o 4 casi l'anno, che in precedenza erano di competenza della Corte d’appello di Trieste. Per il presidente Rocco, questo carico «è una vera metastasi giudiziaria, dato che per vedere riconosciuto il diritto di risarcimento per l’eccessiva durata di un procedimento, in ragione di 800 euro al massimo per ogni anno eccedente, bisogna intraprendere un nuovo giudizio».

Tuttavia, Trento continua ad essere un’isola felice, ha spiegato il presidente del Tar, anche per la durata massima del giudizio sul singolo ricorso: «Qui da noi entro al massimo sei mesi dalla presentazione ricorso abbiamo la sentenza. Prima di Trento sono stato alla seconda sezione del Consiglio di Stato, e vedevo cose incredibili. Gente che chiedeva concessione edilizia da vent'anni. Ci si dimentica a volte che dietro questi fascicoli cartacei e polverosi ci sono sofferenze umane. Mi è capitato di assegnare alloggi pubblici dopo 20 anni di attesa». Gran parte dell'arretrato della giustizia amministrativa, ha aggiunto Rocco, deriva da fenomeno di incentivazione delle controversie sull’affidamento di contratti pubblici. Un trend che si nota anche al Tar di Trento, dove l’anno scorso il 23% dei ricorsi aveva per materia questioni di edilizia e urbanistica e il 15,8% per appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, che sommati rasentano il 40% del totale.

Quanto al personale in servizio, la pianta organica prevede quattro magistrati designati dal Consiglio e due designati dal Consiglio provinciale, ma dei primi ce ne sono solo due, e quindi il Tar è in sottonumero, ma la situazione, ha spiegato Rocco, non cambierà. Perlomeno, non a breve.

Scorrendo le tabelle dei dati, un elemento emerge con la massima evidenza: nel 2019 su 178 ricorsi solo 27 sono stati accolti, con una percentuale del 15,2%. Come mai? Il presidente Rocco la spiega così: «Queste statistiche significano che il tasso di legittimità e legalità qui è molto alto. A volte cittadino può essere ingannato da proprie supposizioni o da interpretazioni del proprio legale e promuove il ricorso perché pensa di avere ragione». Il consigliere anziano Carlo Polidori circostanzia: «Il processo amministrativo si inserisce su procedure amministrative. Non è detto che sia processo amministrativo a risolvere il problema, succede più spesso nel civile. Se nel frattempo cambia la legge, quel giudizio perde ragione d'essere. A volte sono le stesse norme ad essere poco chiare. La maggior parte dei ricorsi sono su materie urbanistica, normative tecniche, scritte da tecnici, e a volte gli avvocati tendono a dare interpretazione favorevole al privato. Ma in generale ho riscontrato grande equilibrio nella classe forense. Qui a Trento ho fatto una sentenza sull’abitabilità dei sottotetti, e l’amministrazione ha scritto una legge riprendendo l’impianto di quella sentenza. La giustizia amministrativa funziona bene, qui. Anzi, in materia di accesso agli atti, per questioni che riguardano la trasparenza, in materia di silenzio dell’amministrazione, che riguarda comportamenti inerti dell’amministrazione stessa, a Trento non esistono, o sono ridotti a numeri del tutto esigui». E in vista delle elezioni, il consigliere Polidori spiega che il Tar è pronto: «Siamo pronti, anche con eventuali udienze straordinarie, per risolvere entro tre giorni ogni questione di nostra competenza su candidature, liste e altro». GI.L.













Scuola & Ricerca

In primo piano