Adamello, il ghiacciaio ha perso tre metri

Il glaciologo Casarotto: «Il caldo dell’estate ormai supera di gran lunga l’accumulo invernale di neve»



TRENTO. «Sul ghiacciaio più grande d’Italia, quello dell’Adamello, a 3.000 metri di quota si sono persi più di tre metri di spessore di ghiaccio, oltre alla neve invernale». Lo afferma il glaciologo Christian Casarotto, ricercatore del Museo tridentino di scienze naturali, anticipando gli argomenti che saranno trattati durante la Settimana del Pianeta Terra, organizzata con 136 eventi in tutta Italia dalla Federazione italiana di Scienze della Terra dal 14 al 21 ottobre. «Anche quest’anno, quindi - sottolinea Casarotto - i bilanci dei ghiacciai italiani sono fortemente negativi: la quantità di acqua persa per fusione durante l’estate supera di gran lunga quella accumulata con le nevicate invernali».

«Durante l’ultimo inverno non si sono registrati significativi accumuli nevosi: soltanto una media di 300 cm di neve sui ghiacciai delle alpi italiane orientali, poco di più sui restanti ghiacciai. Ad uno scarso accumulo nevoso - prosegue Casarotto - ha fatto seguito un’estate particolarmente calda che ha portato a fusione quasi tutta la neve invernale e buona parte del ghiaccio sottostante». «All’arretramento glaciale corrisponde, a breve termine, un aumento della disponibilità di acqua a lungo termine» avverte Casarotto secondo cui «con la scomparsa del ghiacciaio, vi sarà una crisi idrica». «Non si deve dimenticare che molti bacini artificiali utilizzati per la produzione di energia elettrica vengono riempiti con acqua di fusione glaciale. Inoltre, si sta assistendo ad un aumento dei fenomeni di dissesto idrogeologico. Con i cambiamenti delle masse glaciali cambia anche la montagna».













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