Acciaierie, indagine al via dopo l’esposto dei comitati

Il comandante della forestale di Enego spiega l’iter delle verifiche delle emissioni Il sindaco di Borgo: «Aziende innovative al posto dello stabilimento siderurgico»


di Luigi Carretta


BORGO. Il nuovo procedimento giudiziario a carico dei vertici dell’acciaieria di Borgo è partito a maggio del 2011, quando un gruppo di cittadini ha presentato al corpo forestale dello stato di Enego un esposto con allegati dei dvd con filmati riportanti emissioni di fumo dall’acciaieria e una serie di esplosioni dal box scorie.

Come ricorda il comandante della forestale di Enego, Nicola Pierotti, «non serve un legale per un simile esposto. Dei cittadini ci hanno consegnato del materiale che abbiamo visionato e ravvisando delle ipotesi di reato abbiamo effettuato delle visite all’impianto, inviando poi tutto alla procura di Trento che ha la competenza». La procura stessa deve quindi avere ravvisato nelle indagini della forestale dei fondati motivi, dato che ha poi dato alla stessa una delega di indagine e l’incarico al perito Giacomin, che già era intervenuto nell’inchiesta denominata “fumo negli occhi”, per verificare le ipotesi di accusa. La forestale non ha lasciato nulla al caso, visitando - come ricorda Pierotti - anche la ditta che ha messo a punto il software che rileva le emissioni dai due camini, per capire come funziona.

L’esito dell’indagine ha lasciato un po’ di amaro in bocca al sindaco di Borgo Fabio Dalledonne: «L’amministrazione comunale era completamente all’oscuro di questa nuova inchiesta, nessuno dei comitati o altri soggetti ci avevano mai avvertito. Prendiamo comunque atto della cosa, ma ci tengo a sottolineare che come Comune della Provincia di Trento l’unico referente istituzionale che abbiamo, e con cui ci dobbiamo necessariamente confrontare è proprio l’Appa. Non abbiamo, né possiamo avere, altri referenti istituzionali». Parole decise, che lasciano pochi dubbi sul ruolo che il Comune di Borgo si è suo malgrado trovato ad avere. «Qualche comitato ha anche affermato che questa amministrazione sarebbe a favore dell’acciaieria in quanto tale. Voglio ricordare che con l’azienda Leali abbiamo tuttora in corso due vertenze non ancora concluse, e il mio primo pensiero è sempre stato, e sempre sarà, quello della tutela dei cittadini di Borgo».

Peraltro non va dimenticato il ruolo occupazionale che una realtà come quella della Acciaieria svolge in Valsugana. Proprio per questo motivo la giunta di Borgo ha emesso un comunicato relativo ad un progetto di possibile e sostenibile sviluppo del territorio chiamato “Connet.to” un idea curata «da un consorzio di imprese sulla base il concetto di innovazione, ripensando il territorio senza l’acciaieria ma anche senza perdita di occupazione, con imprese specializzate in settori diversi e coordinate da un unico interfaccia». Cosa non facile, ma possibile secondo la giunta di Borgo. Il consorzio partirebbe da chi si occupa di gestione finanziaria e coordinamento e dalla produzione di bici e quadricicli elettrici, proseguendo con centrali a biogas, riciclaggio pneumatici, caldaie a biomassa, fotovoltaico, solare termico ed eolico.

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