Acciaieria, respinto dalla Provincia il ricorso dell’«Isde»

I medici per l’ambiente avevano impugnato la concessione dell’autorizzazione integrata ambientale alla Leali Steel


di Marika Caumo


BORGO. Acciaieria: la giunta provinciale respinge il ricorso presentato dal presidente dell’Associazione Medici per l’ambiente – Isde Trentino.

Con nota dello scorso 27 dicembre, integrata il 29 gennaio, i medici Isde hanno presentato ricorso contro la determinazione del dirigente del Settore gestione ambientale dell'Appa del 22 novembre scorso nella quale si rinnovava l'autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla Leali Steel spa. In merito al ricorso la stessa azienda il 24 febbraio ha presentato le proprie osservazioni e l'Appa ha condotto una istruttoria in cui fornisce le contro deduzioni in merito alle censure mosse nel ricorso dei medici, i quali sostengono che le prescrizioni sulle emissioni diffuse in atmosfera non siano adeguate ed efficaci per la tutela di ambiente e salute. In particolare l'Appa ricorda che per le “emissioni fuggitive”, quelle che si generano dall’attività di fusione e che sfuggono ai sistemi di captazione posti a presidio del forno fusorio, è installato un sistema di aspirazione del tipo“dog house”, tra le migliori tecniche disponibili (Bat), in grado di captare ben oltre il 98% delle polveri generate dal processo. Ad ulteriore contenimento nell’ambito del rinnovo dell’Aia è stata prescritta l’installazione entro il 30 settembre di un sistema di aspirazione ausiliaria, un condotto posto sulla sommità del capannone (dalla testa dello stesso fino alla cappa di aspirazione, per una lunghezza di 45 metri) che consentirà di aspirare, ultimata la fase di carica/colata, un volume d’aria di circa 280.000 Nm3/h. Al contempo l'azienda dovrà realizzare un sistema di chiusura/apertura temporizzata dei portoni in modo da segregare la campata del capannone durante la fase di carica delle ceste e l’accensione dell’aspirazione ausiliaria, al fine di limitare l’azione delle correnti trasversali. Prescrizioni che si rifanno alla perizia redatta dall’ingegnere Borroni.

Per quanto riguarda invece la richiesta di segregazione completa dell’area forno (“elephant house”), «offrirebbe sicuramente maggiori garanzie per il contenimento delle emissioni diffuse, dall’altro la sua implementazione richiederebbe di fatto la ricostruzione completa dello stabilimento e, anche alla luce delle possibili migliorie implementabili, tale eventualità è stata ritenuta al momento non attuabile», si legge nell'istruttoria.

Infine si ricorda che il 99,94% delle emissioni in atmosfera in forma convogliata vengono captate dai sistemi di abbattimento presenti nello stabilimento e che, per quanto riguarda gli sforamenti di Pm10 rilevati a Borgo, non ci sono differenze tra la situazione ad impianto attivo o fermo.













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