A Trento l’inflazione corre più veloce

I dati Istat di agosto: +0,5% rispetto a luglio, e la media annua è di 3,6%, mezzo punto oltre quella del resto d’Italia


di Giuliano Lott


TRENTO. L'inflazione a Trento galoppa a ritmo più sostenuto che nel resto d'Italia, e lo scotto lo pagano soprattutto le famiglie e il ceto medio, quelle più bastonate dalla crisi. L'indice dei prezzi al consumo per le famiglie in città (Trento è stata scelta dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, tra le città campione) è salito nel solo mese di agosto dello 0,5%, in linea con la media nazionale, ma il tasso medio d'inflazione è del 3,5%, contro il 3,1% della media italiana.

Fino alla scorsa primavera il tasso medio (cioè l'incremento percentuale calcolato su un periodo di 12 mesi) del capoluogo era, pur di poco, inferiore a quello dell'Italia, ma con il passare delle settimane, a partire dall’agosto 2011, la differenza è andata sempre più assottigliandosi. Fino a quando, tra marzo e aprile, i ruoli si sono invertiti e il mese scorso l'indice prezzi per le famiglie di operai e impiegati a Trento - posti come base i prezzi del 2010 = 100 - era pari a 106,7, contro una media nazionale di 106,4. Paragonato ai valori di luglio 2011, sempre in città, siamo passati da un tasso medio di 2,5% a 3,6%.

A incidere di più - ma in questo siamo simili al resto del Paese - sono i prezzi di bevande alcoliche e tabacchi (nessuna variazione rispetto a luglio, ma a +6,6% rispetto all'agosto del 2011, però l'indice medio si calcola al netto dei consumi di tabacco), di abitazioni, acqua, elettricità e combustibili (+0,2% rispetto a luglio, +7,7% dall'agosto dello scorso anno, +6,3 è la media nazionale) e dei trasporti (+8%, ben il 3% in più rispetto al mese di luglio, e il 6,7% in più rispetto al luglio 2011. La media nazionale è del 6,9%).

Calano invece i costi di comunicazioni (tasso medio -2,4%, 1,4% in meno rispetto ad agosto 2011) e ricreazione e cultura (-0,7%).

In aumento alimenti e bevande analcoliche (+3,5%), alberghi e pubblici esercizi (+3%), mobili e servizi casa (+2,9%), istruzione (+2,2%), abbigliamento e calzature (+1,8%), mentre i servizi sanitari fanno registrare rincari più modesti (+1%).

Come noi, grossomodo, viaggia Bolzano (indice dei prezzi a +0,5% in agosto rispetto a luglio), e su valori medi analoghi si attestano Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche. Peggio va solo in Lombardia, Sardegna ed Emilia Romagna (+0,6%), Liguria e Piemonte (+0,7%) e Valle d'Aosta (+0,8%). Meglio solo al sud, con la capofila Calabria (+0.1%). Fa eccezione la sola Sicilia, regione autonoma, che si allinea ai nostri valori: +0,5%.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano