A Oxford dentro le nanotecnologie

Il Premio Demattè a Massimiliano Clamer per gli studi sull'acido ribonucleico


Jacopo Tomasi


TRENTO. Massimiliano Clamer, 28 anni, trentino, è il nuovo vincitore del Premio Dematté che quest'anno ha "guardato" al mondo delle scienze biologiche e delle nanotecnologie. Clamer, laureato in Farmacia a Padova ed attualmente iscritto alla scuola di dottorato in Scienze biomolecolari dell'Università di Trento, sta infatti portando avanti un importante progetto, attivato in sinergia tra il Cnr di Trento e il Cibio di Mattarello, che intende arrivare al sequenziamento del Rna, l'acido ribonucleico.

Grazie al Premio Demattè potrà frequentare il laboratorio dell'Università di Oxford e l'Oxford Nanopore Technologies - Oxford Science Park. Lo scenario della ricerca è quello di una medicina sempre più personalizzata che permetta di facilitare diagnosi e cure. L'obiettivo di Clamer è anche quello di abbinare alla formazione scientifica dei ricercatori, una formazione manageriale. Sempre più indispensabile per trasformare un'idea che nasce in laboratorio in un'idea d'impresa.

Dottor Clamer, si aspettava questo prestigioso riconoscimento?
Sinceramente non me l'aspettavo anche perché si tratta di un premio storicamente dedicato a progetti con un background economico. Probabilmente ad incuriosire è stata l'interdisciplinarietà del progetto.

Ci spiega, con parole semplici, di cosa si tratta?
L'obiettivo è quello di sequenziare direttamente l'acido ribonucleico, ovvero Rna. A livello informativo, infatti, può offrire molto di più rispetto all'acido desossiribonucleico, meglio noto come Dna.

Il sequenziamento che porte potrebbe aprire?
Se dovessimo riuscire a sviluppare questo progetto, nato grazie ad una proficua sinergia tra il Cnr di Trento ed il Cibio di Mattarello, potrebbero esserci grossi impatti a livello diagnostico. Si andrebbe verso una medicina sempre più personalizzata. La decodificazione delle informazioni contenute all'interno del Rna, infatti, può permettere di capire la predisposizione di ogni singola persona alle malattie e, aspetto da non sottovalutare, la sensibilità o meno ad una terapia. Tutto questo prima che la malattia possa insorgere.

Il Premio Dematté cosa le permetterà di fare?
Prima di tutto mi permette di frequentare il laboratorio dell'Università di Oxford, leader mondiale nei sequenziatori di terza generazione. Parallelamente seguirò un master in business per approfondire una questione che mi è molto a cuore: ovvero come un'idea può nascere in laboratorio e diventare idea d'impresa.

Insomma, il ricercatore moderno deve indossare sia il camicie, che la giacca e la cravatta...
Sì. In valigia devo trovare posto per tutte e due le cose.

In base alla sua esperienza, il Trentino è un territorio fertile per fare ricerca di alto livello?
Credo sia uno dei posti migliori in Italia e mi sento fortunato ad essere nato qua. Ora la mia aspirazione è quella di andare all'estero per imparare molto e poi tornare qua a metterlo in pratica. Anche perché in Trentino la qualità della vita è sicuramente elevata.













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