meteo

È il novembre più caldo di sempre

L’annuncio di Mercalli, confermato dai dati di Meteotrentino: «In città la temperatura non è mai scesa sotto zero»
Salta quasi ovunque il primo week end dello sci. Ci sono funivie che apriranno per fare... passeggiate


di Andrea Selva


TRENTO. L’ha detto prima il meteorologo Luca Mercalli: «Signore e signori, questo è ufficialmente l’autunno più caldo della storia». E gli esperti di Meteotrentino hanno confermato: «Quello appena concluso è il novembre più caldo da quando abbiamo dati disponibili». Che nel caso della città di Trento significa più o meno da cent’anni a questa parte. E prima di trarre conclusioni sul riscaldamento globale (dato ormai per scontato da tutti gli scienziati) è meglio specificare che fino a questo bollente autunno 2014 il record apparteneva (a Trento) al 1926. In quell’anno infatti venne registrata una temperatura media mensile di 9,5 gradi centigradi, che questo novembre è salita addirittura a 10,1 gradi centigradi.

Ma non è tanto questione del caldo (anche perché in realtà non c’è stato quasi mai il sole), quanto del freddo che non c’è mai stato. E’ la media delle temperature minime infatti a registrare le anomalie maggiori. In città - tanto per citare l’osservatorio di Trento Laste - il termometro non è mai sceso sotto lo zero, ma si è fermato a 2,3 gradi centigradi sopra zero.

In attesa che sia pronto il report mensile completo di Meteotrentino (in preparazione in queste ore), sono già disponibili alcuni dati relativi alle stazioni meteo di Trento (Laste), Malé, Tione, Cavalese, Castello di Fiemme e Lavarone. Ebbene, con l’unica eccezione di Cavalese, la temperatura media mensile è stata la più elevata di sempre. Infine tantissima pioggia, ma ci sono state in passato stagioni più piovose.

Mercalli - che era giunto a Trento per parlare di previsioni meteo e valanghe - ha anche fornito un dato preoccupante sulla quota neve che, nel caso più favorevole, con l’aumento di un paio di gradi della temperatura terrestre nei prossimi cent’anni, sarebbe destinata ad alzarsi di circa 300 metri mentre nel caso più catastrofico (con l’aumento della temperatura di 5 gradi fra cent’anni) le conseguenze sarebbero tali che la pratica degli sport invernali sarebbe in realtà l’ultimo dei problemi. Intanto il caldo rende leggere le spese delle famiglia per il riscaldamento, ma è anche l’incubo degli imprenditori del turismo invernale che ormai hanno già messo in conto di perdere il primo - importante - fine settimana lungo (lunedì 8 dicembre è infatti giornata festiva) della stagione sciistica.

Si scia solo su alcuni impianti di Madonna di Campiglio (Grosté), Presena e Tonale mentre alcuni impianti - ad esempio in valle di Fassa - apriranno nel fine settimana ma solo per consentire ai turisti di salire in quota e fare... passeggiate. 













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