Sindacati

Spi Cgil Trentino: “La prestazione universale non risponde ai bisogni”

La segretaria provinciale Claudia Loro: "Provvedimento che ha ben poco di universale"



TRENTO. "Un goccia nel mare: a questo si può paragonare la nuova prestazione universale varata dal Governo nazionale per le persone non autosufficienti. Saranno in pochi, infatti, in Italia come in Trentino i soggetti non autosufficienti che potranno beneficiare dell'assegno di 850 euro mensili". Lo scrive, in una nota, la segretaria provinciale della Spa Cgil del Trentino, Claudia Loro. "La misura è stata accompagnata da moltissimo clamore mediatico, ma si tratta di un provvedimento che ha ben poco di universale e che non risponderà se non in minima parte ai bisogni delle persone non autosufficienti, che sono in gran parte anziane, ma non esclusivamente tali", spiega la segretaria.

Secondo quanto riportato dal sindacato sulla base dell'elaborazione dell'Area stato sociale e diritti della Cgil (basata su dati Inps e Istat), a livello nazionale si stima che la misura riguarderà al massimo 24.500 persone, a fronte di una platea di 3,8 milioni di anziani non autosufficienti, di cui un milione con l'assegno di accompagnamento: solo lo 0,6% degli anziani non autosufficienti e il 2,3% degli over 80 anni con assegno di accompagnamento.

In Trentino Alto Adige, invece, ci sono 52mila persone non autosufficienti, di cui, a detta del sindacato, solo in minima parte riceveranno l'assegna. "Il problema che poniamo da oltre un anno è che l'assegno non è stato indicizzando, nonostante lo preveda la legge provinciale, mentre i costi di assistenza e in generale della vita sono cresciuti. Le famiglie, dunque, nella realtà hanno un assegno più basso", afferma Loro, chiedendo che la Giunta provinciale assuma tra le priorità il tema della non autosufficienza e dell'invecchiamento della popolazione. 













Scuola & Ricerca

In primo piano