Lavoro

Sindacati trentini, la questione salariale è un'emergenza reale

Cgil, Cisl e Uil del Trentino: "Se non fosse così non avremmo famiglie che faticano"



TRENTO. "Se la situazione salariale in Trentino non fosse un'emergenza le parole del presidente di Confesercenti suonerebbero confortanti. Purtroppo, però, non è così. E bene dovrebbe saperlo il presidente Paissan visto che i settori economici che rappresenta sono quelli che tengono bloccate le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori da cinque anni rispetto alla reale scadenza dei contratti nazionali". Lo scrivono, in una nota, Cgil Cisl e Uil del Trentino.

"Il punto comunque - sottolineano - sono proprio le retribuzioni: salario mensile e orario è cosa diversa dal reddito familiare su cui impattano diverse componenti economiche, comprese le misure di sostegno al reddito. Il reddito familiare inoltre è dettato dal tasso di occupazione complessiva che è cresciuto. È inconfutabile, invece, che le retribuzioni sono aumentate meno dell'inflazione e oggi lavoratrici e lavoratori dipendenti sono più poveri. Un problema acuito in Trentino dove i settori con paghe orarie più basse, lavori precari e stagionali, cioè il turismo in senso lato e il commercio, rappresentano una fetta importante della nostra economia. A conferma delle difficoltà delle famiglie trentine è anche l'ultima indagine della Camera di commercio di Trento che dopo Bankitalia certifica la difficoltà di risparmiare proprio perché il costo della vita consuma tutto il reddito mensile. Se non fosse così non avremmo famiglie che faticano, lavoratrici e lavoratori poveri, giovani qualificati che lasciano il Trentino per avere condizioni retributive e professionali migliori", concludono i sindacati. 













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