la reazione

Sara Pedri: per il rettore di Catanzaro è "dovere di ognuno di noi intervenire e chiedere giustizia"

La ginecologa si era specializzata nella sua università: “a novembre era una professionista preparata e innamorata della professione, poi è diventata suo malgrado protagonista di una dolorosa storia che riguarda tutte le donne, i medici, la società”

 

LE DIMISSIONI: Benetollo rassegna le dimissioni

IL MINISTROSperanza invia gli ispettori al Santa Chiara

LA DENUNCIAla sorella di Sara: umiliata sul lavoro

I COLLEGHIl'appello: intervenire sul mobbing

LA VICENDAdalla scomparsa all'inchiesta

 



TRENTO. "Sara Pedri oggi è, suo malgrado, protagonista di una dolorosa storia che riguarda le donne, i medici la società". Lo afferma, in un comunicato, Giovambattista De Sarro, Rettore Università Magna Graecia di Catanzaro, in riferimento alla scomparsa della ginecologa in servizio all'ospedale S. Chiara di Trento.

"Quanto è accaduto a Sara - aggiunge De Sarro - è un'offesa per tutti e non può passare senza una giusta presa di posizione per chiedere che venga fatta luce su fatti che mortificano in maniera grave l'essere una donna, un medico, uno specialista, un universitario. La scelta di una giovane dottoressa del Nord, di venire in Calabria, a Catanzaro, all'Università Magna Graecia, che rappresento, per specializzarsi in Ginecologia e Ostetricia è stata utilizzata dall'ignavia, dall'ignoranza e dall'arroganza per denigrarla e opprimerla nel pieno della sua crescita professionale.

Come gli stessi professori, medici e infermieri della nostra Unità operativa hanno già espresso in più occasioni, Sara a novembre 2020, è una ragazza fresca di Specializzazione conseguita a pieni voti, preparata, innamorata della professione, che progetta una vita con il fidanzato.

Allora, come è possibile che nel giro di pochi mesi deperisce, non risponde al telefono, se non con messaggi brevi e con voce triste, la famiglia la trova deperita, si deve riposare per poter riprendersi e poi a marzo lascia il lavoro e sparisce.

Si apprende in seguito di situazioni inquietanti che l'hanno vista 'vittima' di una grave 'persecuzione sociale e professionale' sul luogo di lavoro e che la stampa ormai riporta quasi quotidianamente".

"Davanti a tutto ciò - prosegue De Sarro - è dovere di ognuno di noi intervenire e chiedere giustizia perché i diritti di questa donna e la sua dignità vengano rispettati, perché sono i diritti di tutti noi". 













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»